Estratto dell’articolo di Margherita De Bac per il “Corriere della Sera”
«La fine della pandemia dovrebbe essere dichiarata. Credo che l’Organizzazione mondiale della Sanità sia prossima a farlo e il ritardo sia dovuto a un residuo di prudenza».
Il virologo Giorgio Palù, presidente di Aifa (Agenzia italiana del farmaco), quattro mesi fa aveva declassato il Sars-CoV-2 a virus endemico, presente nella popolazione e quasi inoffensivo. Oggi va oltre.
In Usa il presidente Biden ha decretato la fine dell’emergenza. L’Oms temporeggia, c’è ancora rischio?
«No, un rischio significativo non c’è. Oggi questo virus è diventato assai poco virulento se non proprio innocuo. È mutato diverse volte fino a diventare, con la variante ora circolante soprannominata in modo non scientifico Arturo, causa di raffreddore e congiuntivite nei bambini. Ha un’incubazione molto breve, due giorni rispetto ai sette-otto dell’inizio, quindi contagia di più perché ha una fase infettiva più veloce. Si ferma alle prime vie nasali, non scende in bronchi e polmoni».
[…] Come mai non annunciare lo stop all’emergenza?
«L’Oms ha ribadito che la pandemia, dichiarata tale a fine marzo 2020, è ancora un’emergenza di sanità pubblica di preoccupazione internazionale (Pheic), ma lo era anche a inizio gennaio 2020 quando tutto cominciò. Sono state denominate tali tante altre infezioni virali mai diventate pandemiche. Noi aspettiamo il segnale ufficiale di fine. Certo stiamo vivendo in un contesto che dal punto di vista virologico è senza dubbio post-pandemico. Lo dicono anche i dati di mortalità, incidenza, ricoveri italiani e internazionali, in continua discesa».
Una malattia stagionale?
«Non siamo a questo punto, presto lo diventerà e probabilmente avrà una diffusione legata alla stagione fredda come l’influenza».
[…] La verità sui vaccini?
«Quelli attuali proteggono al 30% dall’infezione e al 90% da morte e malattia grave. Hanno salvato decine di milioni di persone nel mondo. Ma il virus è stato così rapido nell’assumere mutazioni da non permetterci di stargli dietro».
[…] Come rigettare le colpe?
«Chi è responsabile della salute pubblica a livello scientifico, medico, politico deve per forza agire nell’interesse superiore della conoscenza e del bene comune. Inconcepibile pensare a decisioni strategiche che non siano state prese per il meglio, in scienza e coscienza. Riconosciamo però con umiltà che, soprattutto dovendo decidere in tempi critici, possiamo essere fallaci. Sarebbe grave sbagliare e farsi trovare impreparati in futuro, se colpiti da altre minacce, non avendo fatto tesoro dell’esperienza vissuta».
GIORGIO PALÙ terapia intensiva covid 4 GIORGIO PALU