Margherita De Bac per il “Corriere della Sera”
«I vaccini per bambini dai 6 mesi ai 12 anni potrebbero essere disponibili entro la fine del 2021 negli Stati Uniti», ha previsto nel numero del 29 luglio di Nature il pediatra della Emory university di Atlanta, Andrea Shane.
«Gli studi sono in corso, l'intenzione è concluderli tra ottobre e novembre per richiedere l'approvazione all'agenzia americana Fda. Non è esclusa un'accelerazione come è avvenuto per gli adulti», aggiorna il calendario della sperimentazione Paolo Palma, responsabile del centro di immunologia e vaccinologia dell'ospedale Bambino Gesù, professore associato di pediatria all'università di Tor Vergata.
Il documento sulla prevenzione del Sars-CoV-2 nelle scuole appena pubblicato dall'Istituto superiore di Sanità indica invece l'approvazione di vaccini a mRNA (Rna messaggero, Pfizer e Moderna) al di sotto dei 12 anni «nel mese di settembre-ottobre e quindi sarà possibile avere una copertura in questa fascia d'età al momento dell'avvio dell'anno scolastico 2021-2022».
L'Italia partecipa alla sperimentazione?
«No, i test del vaccino Pfizer-BioNTech si svolgono negli Stati Uniti, in Finlandia, Spagna e Polonia. Quelli di Moderna solo negli Usa. Al momento i risultati sono preliminari e non ancora pubblicati. Si sta cercando il dosaggio ottimale per la popolazione pediatrica. Sembra che i bambini rispondano meglio degli adulti con quantità inferiori di principio attivo. L'obiettivo principale è identificare la dose minima per ottenere la migliore risposta immunologica».
Su quanti bambini?
«I due studi di Pfizer e Moderna hanno preso il via a marzo di quest' anno. Il completamento prevede di arruolare circa 7 mila bambini ciascuno. I composti anti Covid che vengono già somministrati agli adolescenti si sono rivelati efficaci e sicuri».
Perché è importante vaccinare anche i piccoli se non si ammalano?
«Sono riserve da tenere in grande considerazione, i dubbi dei genitori sono legittimi: si chiedono a cosa serve la vaccinazione se la malattia nei piccoli è lieve o senza sintomi».
Cosa risponde?
«I ragazzi sono veicoli del virus all'interno della famiglia e possono trasmetterlo a nonni, genitori e fragili non solo in casa ma anche all'esterno. Sappiamo che più il virus circola più è possibile la formazione di nuove varianti. L'ultima, la Delta, si è molto diffusa tra i bambini nell'ultimo mese e mezzo»
Conclusioni?
«Sarà fondamentale convincere i genitori con dati solidi. È giusto affrontare questo passo con fiducia» .
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