Cesare Giuzzi per il “Corriere della Sera”
Professore, i numeri sui ricoveri nelle terapie intensive della Lombardia sono in calo da due giorni. Sabato 55 in meno, ieri meno 9.
È iniziata la fase meno acuta?
«I dati ci dicono che c' è una diminuzione della pressione sulle terapie intensive. Bisogna capire come si sta evolvendo la situazione».
In che senso?
MILANO - OSPEDALE ALLESTITO ALLA FIERA
«Due giorni di calo possono significare molte cose. Anche, semplicemente, che siamo in una fase dove i malati sono meno gravi. Oppure che la situazione è quantomeno stabile. Lo capiremo tra qualche giorno». Antonio Pesenti è il direttore dell' Unità operativa complessa di Anestesia ed Emergenze del Policlinico di Milano. Uno dei settori più sotto pressione in queste settimane di emergenza coronavirus in Lombardia. Sarà proprio il Policlinico a gestire il nuovo ospedale realizzato in Fiera per i pazienti Covid-19.
Come sono state queste settimane?
«Diciamo che abbiamo moltiplicato i pani e i pesci. Questa è stata la settima domenica dall' esplosione dell' emergenza. Ogni giorno abbiamo aperto nuovi letti di terapia intensiva. Abbiamo fatto addestramenti molto rapidi per il personale. C' è stata grande collaborazione dei medici, dei colleghi».
Oggi ci sarà l' ingresso dei primi malati all' ospedale realizzato alla Fiera?
«Sì, ma saranno solo due. Occorre agire in sicurezza, bisogna testare sul campo».
MILANO - OSPEDALE ALLESTITO ALLA FIERA
I posti letto potenzialmente operativi sono 55.
«Sì, ma non vogliamo mettere a rischio nessuno. Sono sicuro che tutto andrà bene, non ho dubbi».
I DIVERSI MODELLI DI MASCHERINE
Quando arriveranno gli altri pazienti?
«Mercoledì potremmo già salire a 12 ricoverati. Aprire un nuovo ospedale è molto complesso. Per questo partiremo per così dire piano».
È preoccupato?
«No, ma ci sono molte cose che devono coesistere: la logistica, la farmacia, i rapporti tra i reparti, come la radiologia. L' ospedale è stato realizzato molto bene, considerato che è stato fatto in dieci giorni. Il personale e gli operai hanno lavorato davvero come pazzi. Il sabato, la domenica, anche di notte».
L' emergenza delle rianimazioni è stata la più pesante in questo mese e mezzo.
Ora un po' di respiro.
«Il problema più importante è quello del personale. Non è facile moltiplicarlo».
conferenza stampa inaugurazione ospedale fiera milano 3
Anestesisti e rianimatori sono in prima linea. In alcuni casi sono rimasti anche vittime del virus.
«Chi lavorava in pronto soccorso, chi entrava in contatto con il paziente nelle prime fasi dell' emergenza. Ora abbiamo qualche protezione in più, e noi anestesisti conosciamo bene i rischi del virus. Le terapie intensive sono un ambiente molto controllato».
C' è stata molta polemica sull' obbligo delle mascherine per chi esce di casa, lei cosa ne pensa?
«Troppe polemiche politiche in generale. Poi si capirà cosa ha funzionato e cosa no.
Io dico che le mascherine servono. Anche quelle per così dire artigianali, casalinghe...»
Davvero?
«Indossarle significa proteggere gli altri da un eventuale contagio. Non servono tanto a proteggere se stessi, ma a evitare di infettare altri. Anche una protezione blanda funziona. Ma è fondamentale restare a casa, la cosa più importante. Se la gente molla i freni torniamo nel guano».
Italia, seriate - coronavirus ANTONIO PESENTI 1
Come è cambiata l' emergenza negli ultimi giorni?
«Non abbiamo ancora statistiche, la mia è un' impressione. Ma vedo aumentare un po' il numero dei 40-50enni. È come se in una prima fase il virus avesse selezionato prima i più fragili».