Graziella Melina per “il Messaggero”
Il vaccino messo a punto dalla Oxford University in collaborazione con l' Irbm di Pomezia e prodotto da Astrazeneca è ormai vicino al traguardo finale. Le prime dosi potrebbero essere disponibili in Italia già con l' anno nuovo. Secondo il presidente di Irbm Piero Di Lorenzo, ormai è solo una questione di settimane: «È assolutamente ragionevole aspettarsi il vaccino entro gennaio».
Quindi gli studi sono stati completati?
«La fase clinica tre volge al termine. Ovviamente gli studi sul vaccino proseguono per vedere qual è la durata dell' efficacia. Non sappiamo ancora se il vaccino copre per un anno, 5 o 10. Comunque, le sperimentazioni vanno avanti. Se ne stanno aprendo altre su grandissimi numeri, alcune anche in Italia».
Ma questa fretta non potrebbe essere un danno per la sicurezza?
«La velocità è dovuta a più fattori. Innanzitutto, vengono azzerati i tempi burocratici. Normalmente per una validazione le agenzie regolatorie impiegano da 6 mesi a un anno. Nel caso specifico, man mano che si sono fatti i test, le agenzie sono state informate in tempo reale di quello che accadeva.
Quindi, nel momento in cui si consegna la documentazione finale, non devono studiare un anno di lavoro, ma semplicemente fare la sintesi di quello che già sanno. Si pensi poi che per arruolare i volontari del vaccino antiebola fu necessario un anno e due mesi.
Per il Sars Cov 2 sono bastate tre ore. Inoltre, la quantità di finanziamenti impiegati su questi studi sono una novità assoluta. Tutti questi fattori concorrono ad accorciare in maniera eccezionale i tempi».
La posta in gioco è alta, quindi molte aziende cercano di arrivare prima.
«La competizione commerciale in questo caso non esiste. C' è un mercato che è sterminato, ci sono quasi 8 miliardi di soggetti che sono pronti per la vaccinazione anti covid. Se anche ci fossero 8 multinazionali che arrivano a fare il vaccino, di fette di mercato libere ce ne sono fin troppe. Semmai il problema è riuscire a produrre dosi per tutti».
Quante dosi saranno pronte?
«Astrazeneca ha firmato un contratto di preacquisto con la Commissione europea per 300-400milioni di dosi. Trecento le ha comprate e 100 le ha prenotate. Queste dosi devono essere consegnate entro giugno del 2021. Già da tre mesi Astrazeneca ha fatto partire la produzione assumendosene il rischio».
Quando arriveranno?
«Appena le agenzie regolatorie riterranno efficace e sicuro il vaccino e lo valideranno, nel giro di qualche settimana il vaccino potrà arrivare in Italia, anche grazie al lavoro svolto dal ministro Speranza con i suoi colleghi francese, olandese e tedesco. Assolutamente legittimo aspettarsi il vaccino entro gennaio».
All' Italia quante fiale saranno consegnate?
«Penso che da noi potranno arrivare un paio di milioni di dosi. Saranno consegnate relativamente tutte insieme. Il nostro vaccino può essere trasportato e conservato normalmente come quello antinfluenzale in un normale frigorifero».
L' epidemiologo Andrea Crisanti sostiene che sulle base attuale il vaccino non se lo farebbe.
«Ritengo legittimo che qualunque scienziato voglia vedere i risultati scientifici; nello stesso tempo dico che nel momento in cui i risultati vengono validati dalle agenzie regolatorie internazionali si ha una incontrovertibile prova della sicurezza ed efficacia del vaccino».
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