Federico Caccia per il “Corriere della Sera”
«Stiamo andando sulla strada giusta». Luca Richeldi è il presidente della Società italiana di pneumologia, primario al Policlinico Gemelli di Roma e componente del comitato tecnico scientifico (Cts).
Per la prima volta, forse, dall'inizio di questa guerra contro il Covid, dalla sua voce traspare fiducia. É così, professore?
«I decessi sono ancora alti, i ricoveri sono ancora alti, ma l'indice Rt a livello nazionale ora è sceso a poco sopra l'1 e ci sono almeno 3 regioni in cui è già sotto».
Il numero dei decessi, però, è impressionante. Quando prevede che inizieranno a calare?
«Analizzando il trend, direi che purtroppo ci vorrà ancora qualche settimana. Mentre per i ricoveri in terapia intensiva, credo che già dalla prossima invece potremo assistere a una riduzione. I numeri sono ancora alti, è vero, ma non dobbiamo lasciarci prendere dallo spavento. Gli strumenti che abbiamo messo in campo stanno funzionando».
É la strada giusta, dice lei. Di chi è il merito?
«Di un grande gioco corale, scienziati, medici, ospedali, istituzioni. Ma soprattutto dei cittadini, che stanno rispettando le regole. Chi è in zona rossa con grande responsabilità sta facendo dei sacrifici anche per il bene di chi è in zona gialla. Sacrifici diseguali per il bene comune. Responsabilità, consapevolezza, per questo credo che sarà un Natale speciale».
Liberi tutti?
«No, al contrario. Dico però che questo senso di responsabilità verso noi stessi e verso gli altri, i sacrifici e le privazioni a cui ancora ci sottoporremo, faranno in modo che questo sarà anche l'ultimo Natale così. Le buone notizie, infatti, che arrivano dal fronte dei vaccini e da quello dei farmaci antivirus, sono incoraggianti. Perciò, anche senza cenoni e senza abbracci, porteremo in famiglia lo spirito giusto, fatto di altruismo e condivisione».
L'Italia a tre colori la convince?
«É uno strumento innovativo creato dai nostri epidemiologi che senza dubbio sta funzionando, ricordo che altri Paesi sono in lockdown totale da settimane eppure i dati non migliorano come da noi. Quando parlavo del gioco corale, pensavo anche a questo: il sistema delle tre fasce, se i numeri continueranno a migliorare, ci porterà a progressive riaperture nel Paese come a maggio, quando grande fu il lavoro dell'Inail che con i suoi calcoli sui flussi permise il ritorno al lavoro di milioni di persone in sicurezza. Arrivammo all'estate senza registrare un aumento dei casi».
Ecco, ma non sarà che l'idea che sta arrivando il vaccino ora provocherà un nuovo rilassamento generale?
«Una volta si perdona tutto, poi non è più possibile. Stavolta, però, credo che gli italiani abbiano imparato la lezione. Il pensiero dei tanti morti, delle tante persone che senza i nostri comportamenti sbagliati oggi sarebbero potute essere ancora con noi, dovrebbe aiutarci a non far ripartire la giostra».
Questo grande sforzo contro il Covid non rischia, però, di trascurare tutti gli altri malati?
«No, a loro dico di non avere paura. I nostri ospedali sono sicuri, attrezzati e stanno funzionando bene. Nessuno verrà lasciato solo».