Margherita De Bac per il "Corriere della Sera"
«L'ultimo pacchetto di misure restrittive è ben modulato. Servirà a raffreddare l'ondata di contagi senza dover ricorrere a chiusure più pesanti. Dobbiamo essere noi, singoli cittadini, a placare il virus», si appella al senso di responsabilità individuale Francesco Le Foche, immunologo clinico della Sapienza.
Tutto dipende da noi?
«Proprio così. Siamo noi i protagonisti di questa situazione e adesso non c'è altro tempo da perdere».
In che senso?
«Misure più punitive non servono. Ci aspettano altri mesi duri, fino a marzo, e non potremmo sopportare economicamente un lockdown totale. Dunque facciamo ognuno la nostra parte imponendoci quello personale».
Può fare esempi?
«Su 100 attività, limitiamoci a 10, le essenziali. Non bisogna incontrare amici né uscire se non è necessario, tantomeno prendere l'autobus. Caffè al bar? Suggerisco di no. Incontri di lavoro solo sul web. Così riusciremo a ridurre la carica infettiva espressa dal virus a livello sociale e lo raffredderemo».
Come difenderci dentro casa?
«Per quanto si usi la mascherina e ci si tenga lontani è impossibile evitare il contagio se un familiare si è contagiato. Pensiamo ai momenti della giornata dove incontrarsi è inevitabile, pranzo e cena. L'infezione non deve entrare a casa. I giovani devono capirlo e anche gli adulti».
La mascherina è una barriera fondamentale. E quando vediamo che qualcuno non la indossa?
«Incavoliamoci. Comunichiamo in modo chiaro la nostra disapprovazione, diamogli dell'irresponsabile. La difesa di un bene pubblico, la salute, è un obbligo morale ed etico».
Tenere duro nei mesi invernali. E in primavera?
«Se adesso evitiamo il peggio, ce la faremo. Ci stiamo avvicinando al vaccino e a terapie molto efficaci».
francesco le foche FRANCESCO LE FOCHE francesco le foche
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