Da “Circo Massimo - Radio Capital”
"Il dato più significativo è quello della diminuzione dei ricoveri, vuol dire che globalmente dovrebbe essere diminuito il contagio. Questo è un dato positivo e che c'è da qualche giorno, speriamo che continui e, se continua, è finalmente una buona notizia".
Ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital Silvio Garattini, presidente e fondatore dell'istituto di ricerche farmacologiche 'Mario Negri' di Milano, commenta il trend positivo degli ultimi giorni. Per questo motivo non è ancora il momento di allentare la presa. "Bisogna dare la comunicazione che le cose migliorano - aggiunge Garattini - e continueranno a migliorare se teniamo i comportamenti che abbiamo tenuto fino ad oggi".
silvio garattini 1 CORONAVIRUS ANTICORPI
Cosa bisogna fare per evitare la seconda ondata? "Bisogna cercare di non allentare troppo i comportamenti, è chiaro che non possiamo andare avanti per tutto l'anno rinchiusi in casa. Ci sono effetti positivi nell'evitare il virus, ma ci sono tanti effetti negativi, perché non siamo fatti per stare chiusi in casa tutto il giorno. Dovremo trovare delle soluzioni, una è quella di identificare chi ha sviluppato anticorpi, in grado quindi di non infettare e di non essere infettati, anche se non sappiano quanto durano gli anticorpi. Queste persone, con le giuste precauzioni, potrebbero tornare a lavorare".
Il modo più veloce ed efficace per testare gli anticorpi sembra essere quello dei cosiddetti test sierologici, che però non hanno una validazione univoca a livello nazionale: "Ci sono tante metodologie, bisogna che si cerchi di attuare tutti la stessa - osserva Garattini a Radio Capital - non è facilissimo in una situazione d'emergenza, ma bisogna cominciare a farlo. In alcune regioni si è cominciato a fare questo tipo di analisi, come in Toscana. Bastano due gocce di sangue e l'analisi è anche relativamente veloce, è sicuramente una via percorribile. Abbiamo ancora qualche settimana per uniformare i laboratori con un unico certificato di garanzia per questi test, ma in emergenza si accettano anche le cose che non sono perfette".
Sui tempi diversi della diffusione del virus da paese a paese, Garattini spiega che "certamente bisogna prendere precauzioni, perché i vari paesi non sono tutti allo stesso livello, quindi è chiaro che qualcosa bisognerà fare per evitare che quello che siamo riusciti a risolvere qui ce lo ritroviamo perché altri ce lo portano. Quello che è successo all'inizio con la Cina può succedere con qualsiasi altro paese dell'Europa o di altri continenti.
I tempi sono certamente lunghi, in attesa che arrivi il vaccino o qualche farmaco in grado di aiutare il sistema. Il vaccino è la cosa più possibile, ci sono molti centri che stanno lavorando, ci sono ben 41 tipi di vaccini in preparazione al livello mondiale". Tempistiche del vaccino? "Sono ragionevoli, probabilmente per la fine dell'anno, perché alcuni hanno già avviato la sperimentazione animale, altri in autunno inizieranno la sperimentazione nell'uomo. Bisogna prepararsi: se il primo vaccino arriva prima in un paese x, è molto difficile che in un primo tempo sia disponibile in un paese y.
Se l'Europa funziona, bisognerebbe avere un centro europeo di monitoraggio che, quando un vaccino sarà pronto, possa fare in modo di trasferirlo per la produzione in altri paesi, attraverso licenze obbligatorie. Se non si prepara per tempo, poi ci sarà la corsa al vaccino e ci saranno molte complicazioni. Questo è uno dei problemi che bisogna sviluppare per tempo, anche perché all'inizio non ci sarà il vaccino per tutti, bisognerà somministrarlo prima di tutto agli operatori sanitari e poi a quelli che lavorano in fabbrica. Ci sarà una graduatoria, ma tutto questo bisogna prepararlo, non si improvvisi all'ultimo momento". Quanto manca alla fase 2? "Vorrei che fosse presto ma non faccio l'indovino" conclude Garattini.
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