Mauro Evangelisti per “il Messaggero”
La terza ondata ci sarà, non ci sono dubbi, ma è importante che parta il più tardi possibile, quando in Italia sarà cominciata - salvo incidenti di percorso - la campagna di vaccinazione anti Covid e una parte di popolazione, soprattutto quella più fragile, sarà al sicuro. Se invece per le feste di Natale vinceranno imprudenza e incoscienza, allora la terza ondata rischia di essere molto dolorosa.
Il professor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dell'Università di Pisa e da due mesi assessore regionale alla Sanità in Puglia, non è mai stato uno allarmista. Ma in nome del realismo ripete: «Per questo Natale dobbiamo rinunciare a eventi sociali e incontri; dobbiamo ridurli al minimo, recupereremo in estate, quando la situazione sarà migliorata».
coronavirus ospedale di varese
Davvero la terza ondata potrebbe essere peggiore della seconda perché partirà su una base di positivi molto più ampia?
«Tutto dipenderà dal momento in cui arriverà questa terza ondata. Che ci sarà penso sia scontato, la circolazione virale non si è fermata anche se è diminuita. A fine anno noi ci troveremo sì in una fase di calo, ma sempre con la circolazione intensa del virus.
coronavirus terapia intensiva icc casal palocco roma 1
Sarà l'effetto delle misure che sono state prese negli ultimi Dpcm, con una serie di limitazioni che hanno interessato le Regioni. Di fatto vedremo la fine della seconda ondata, con un calo della pressione sugli ospedali.
Anche dopo la prima ondata, se ricorda bene, ci fu comunque circolazione virale, ma con minore impatto sugli ospedali, tanto che uscirono fuori alcune sciocchezze sul virus clinicamente morto. Ma in estate l'epidemia, per ripartire, impiegò quattro-cinque mesi perché erano diverse le condizioni. Questa volta sarà molto più rapida».
pierluigi lopalco michele emiliano
Perché?
«Per una serie di fattori contingenti differenti dall'estate. Dunque la terza ondata è quasi scontata, per evitarla o quanto meno per renderla meno nociva, c'è un fattore chiave: il tempo. Dobbiamo rinviarla il più possibile, più tardi ci sarà una impennata dei casi, più avanti sarà la vaccinazione anti Covid e dunque avremo protetto un alto numero di persone fragili.
coronavirus incidenza del contagio nelle scuole
Con i più anziani già protetti, gli effetti della ripresa del contagio saranno sopportabili. Per questo dico: dobbiamo prendere più tempo possibile».
Come possiamo farlo?
«Voglio essere chiaro: con qualche sacrificio in più da oggi fino a gennaio. Sarà fondamentale. E non saranno sacrifici inutili perché avremo un obiettivo: rallentare la ripresa dei contagi per avere il tempo necessario ad avviare la vaccinazione. Siamo nella fase decisiva, possiamo farcela».
Cosa intende per sacrifici?
«Dobbiamo rinunciare ai contatti sociali. Questo è l'unico modo, anche se purtroppo la gente ancora non l'ha capito. Sento dire in televisione: i ragazzi hanno bisogno di socialità. Certo, lo sappiamo, chi lo nega? Ma l'avranno in primavera, in estate.
Meglio aspettare qualche mese, i giovani soprattutto avranno poi tanto tempo nella loro vita per socializzare. Questi sono i mesi dei sacrifici».
Sarà una scelta oculata riaprire le scuole proprio il 7 gennaio, nel pieno di un inverno in cui molto probabilmente ci sarà la terza ondata dei contagi, quando ancora gli effetti della vaccinazione ovviamente non potranno esserci?
«Quanto meno, se si riaprono le scuole, si punti su classi poco affollate. Bisogna creare delle micro-bolle con dieci ragazzi, ricorrendo a meccanismi come le lezioni al pomeriggio, la didattica a distanza alternata, gli orari sfalsati.
Se abbiamo classi con 25 studenti, basta poco per moltiplicare il contagio. Se, invece, ci sono gruppi più ristretti, si può controllare maggiormente l'epidemia. In Puglia, anche alle elementari, è stato concesso alle famiglie su base volontaria di ottenere la didattica a distanza. Le classi in questo modo si suono svuotate, la maggioranza dei genitori tra la lezione in presenza e la lezione a casa ha optato per la seconda opzione».
Dai test sui vaccini più promettenti, Moderna e Pfizer, emerge che in una minoranza di volontari ci sono state reazioni anche significative, sia pure molto limitate nel tempo, come febbre alta e dolori muscolari. Rientra nella normalità di un vaccino?
«Guardi, nel momento in cui il vaccino sarà commercializzato in Europa, ci sarà il famoso bugiardino. Lì ci sarà scritto tutto. E si tratterà di un vaccino sicuro. Anche l'evento avverso più raro, sarà reso pubblico in trasparenza. Il fatto che possa produrre febbre è il minimo che si possa attendere, sono eventi avversi usuali e previsti.
Ripeto: se il vaccino sarà autorizzato, sarà sicuro. Semmai dobbiamo valutare bene queste variabili per organizzare la campagna di vaccinazione. Voglio dire: magari non vacciniamo, nello stesso giorno, tutti gli infermieri dello stesso reparto ospedaliero, quando è il turno degli operatori sanitari».