Viola Giannoli per “la Repubblica”
Nove studenti su dieci vivono le verifiche, orali o scritte, con ansia e stress. E più di sei su dieci hanno avuto un attacco di panico o si sono sentiti male, fino a vomitare, prima di un compito o di un'interrogazione. E ancora: otto su dieci si sentono giudicati negativamente, come persone, dopo aver preso un voto basso. E oltre la metà afferma di provare angoscia anche quando non ci sono verifiche in arrivo. «Troppe, continue», secondo i ragazzi, come se il tempo perso con la pandemia venisse ora recuperato voracemente a forza di compiti e interrogazioni «che non lasciano altro spazio per se stessi, lo sport, il tempo libero ». A raccontarlo è un'inchiesta condotta tra quasi quattromila adolescenti dall'Unione degli studenti.
Quel che viene fuori, per ribaltare il titolo di un film, è che i ragazzi non stanno bene. I numeri erano attesi, le storie meno: sotto ai questionari distribuiti in tutta Italia sono arrivati centinaia di sfoghi. Un grido d'aiuto davanti al quale l'Uds chiede anzitutto l'istituzione per legge, e non soltanto emergenziale, di «sportelli psicologici all'interno delle scuole, per aiutare chi ne ha bisogno e rompere lo stigma sulla salute mentale».
(…) Un monitoraggio di marzo 2021 - l'unico svolto perché previsto dal protocollo tra il ministero dell'Istruzione e l'Ordine degli psicologi non è stato rinnovato - rilevava che 5.662 scuole su 8.163 (il 70%) avessero attivato il supporto psicologico. Dopo quel report, di ufficiale non c'è stato altro. Ma le "spie" degli Ordini degli psicologi sul territorio raccontano che gli sportelli sono crollati a 2.500-3.000: la metà.
(…) Bisogna leggerle tutte, di seguito, per capire: «Sono diventata anoressica per colpa della scuola». «Mi hanno diagnosticato un disturbo bipolare a causa dello stress dello scorso anno scolastico ». «Sto perdendo tutti i capelli», «Sto malissimo, sono diventata apatica ». «Ho attacchi di panico, ansia, insicurezza per i bassi voti nonostante il grosso impegno». «Ho paura di varcare il cancello, non mi sento a mio agio, sono perennemente stanca, piango tutti i giorni e mi sento un fallimento». «Non ho stimoli per studiare, per continuare la scuola, per vivere la vita». Oggi al ministero della Salute a Roma e davanti alle scuole e alle università di Milano, Palermo, Padova, Genova il disagio si farà protesta. La organizza un network studentesco nato di recente: si chiama "Chiedimi come sto".
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