Erica Dellapasqua per il “Corriere della Sera - Edizione Roma”
I presidi non sanno più dove mettere le mascherine che il governo continua a inviare ma che la maggior parte degli studenti e degli insegnanti rifiutano, o perché giudicate scomode o perché, soprattutto i prof, preferiscono le più protettive Ffp2.
Così, nell' anno in cui la penuria di spazi già costringe molte scuole a incrementare la Dad, diventa un problema anche la giacenza. Antonio Palcich, preside dell' Enriques di Ostia, proprio ieri ha ricevuto le sue nuove torri di scatoloni - sei - scaricate col muletto all' ingresso del liceo: «E la prossima settimana si replica! Ne abbiamo 163 mila per 1.900 alunni, in altre parole non sappiamo più dove metterle. E poi la qualità è nettamente peggiorata e sono inadatte ai più piccoli, infatti nell' altra mia scuola i genitori le hanno donate alla Città dei ragazzi».
La gestione commissariale ha reso noto che sono almeno due miliardi le mascherine che giacciono inutilizzate nelle scuole italiane, e anche nell' ultimo sondaggio di ScuolaZoo il 96% degli alunni ha dichiarato di portarsele da casa perché quelle «governative» non sono di qualità o hanno un cattivo odore. Il Lazio è secondo, dopo la Lombardia, per quantità distribuite: 188 milioni 518 mila recapitate al 12 maggio. Ma, appunto, la maggior parte inutilizzate.
«Le ho provate anch' io ed effettivamente i ragazzi non esagerano, è complicato indossarle e schiacciano il naso - conferma Maria Rosaria Autiero, preside del liceo Amaldi che secondo la gestione commissariale ha ricevuto 299.480 mascherine -. Adesso a scuola ne abbiamo 100 mila per 1.960 alunni, ma molti non le usano: io chiedo solo che se le cambino all' ingresso, anche le loro, così abbiamo la certezza che non sono le stesse che usano per arrivare qui».
Erano più apprezzate le chirurgiche standard, dei primi tempi, rispetto alle attuali, le cosiddette «mascherine mutanda», coi due elastici che fanno il giro della testa: «Troppo grandi per i bimbi della primaria, ed è vero che non hanno un buon odore - dice Giusy Ubrìaco, preside dell' istituto comprensivo Villaggio Prenestino -. Ci è toccato anche sgridare gli alunni perché noi siamo comunque tenuti a consegnarle ed è capitato di ritrovarle abbandonate in cortile...».
Le usano in pochi anche all' Alberghiero Vespucci a Casal Bruciato: «Un 30% al massimo - racconta la preside Maria Teresa Corea -: gliele diamo all' uscita, almeno possono usarle per i mezzi». Doppia spesa, poi, all' Agrario Sereni sulla Prenestina: «Il comitato tecnico scientifico ha bocciato le Ffp2 sconsigliando l' uso prolungato - spiega la preside Patrizia Marini -, ma dato che spesso il paraschizzi non è sufficiente per gli insegnanti di sostegno le acquistiamo noi, coi fondi della scuola».
Valeria Sentili, dell' istituto comprensivo Morvillo, nota che «le ultime arrivate sembrano poco efficaci, sono quasi trasparenti: o le buttano o le danno a casa».
Infine c' è il paradosso delle scuole dell' infanzia comunali, rifornite dai Municipi anche se i bimbi (sotto i 6 anni) non devono indossa rle. Il Giardino dei Colori (Villa Gordiani) ne ha ricevute 5.560: «Ogni volta supplichiamo i corrieri di non lasciarcele, ma rispondono ch