Qualcosa che ha dell'incredibile è accaduto al Wyss Center di Ginevra, Svizzera, dove un uomo, da anni paralizzato a letto a causa della Sclerosi laterale amiotrofica (Sla), ha potuto comunicare con i propri familiari tramite degli elettrodi impiantati chirurgicamente nel suo cervello.
La sua prima richiesta? Una birra. Il 36enne, grazie alla tecnologia che permette di comporre frasi al ritmo di un solo carattere al minuto, ha potuto chiedere di ascoltare della musica, ricevere un massaggio alla testa da sua madre e ordinare del curry. Tutto attraverso la forza del pensiero e a questi elettrodi, che traducono l'attività cerebrale in comandi.
"Il nostro - ha spiegato il dottor Jonas Zimmermann, neuroscienziato presso il Wyss Center - è il primo studio che consente la comunicazione da parte di qualcuno che non ha più alcun movimento volontario e quindi per il quale il BCI è ora l'unico mezzo di comunicazione". E ancora: "Questo studio risponde a una domanda di lunga data sul fatto che le persone con sindrome da blocco completo – che hanno perso tutto il controllo muscolare volontario, incluso il movimento degli occhi o della bocca – perdano anche la capacità del loro cervello di generare comandi per la comunicazione".
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Il percorso per arrivare a un successo di questo tipo non è stato breve. Il paziente aveva infatti concesso l'applicazione dell'impianto cerebrale nel 2018. Ci sono voluti altri tre mesi di tentativi prima che fosse raggiunta una configurazione che consentisse al paziente di utilizzare i segnali cerebrali per produrre una risposta binaria a un programma di ortografia. Poi ancora tre settimane per produrre le prime frasi.
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