Camilla Conti per “La Verità”
Il Commissario Domenico Arcuri - con il placet di Pd e grillini e attraverso il braccio operativo di Invitalia - sta lavorando da tempo per gettare le basi di un polo farmaceutico pubblico-privato con accesso privilegiato ai finanziamenti pubblici.
E ieri al puzzle, che ha cominciato a comporsi attorno all'investimento in Reithera, si è aggiunto un nuovo tassello: la produzione di anticorpi monoclonali. Nella riunione di mercoledì scorso l'Agenzia italiana del farmaco non solo ne ha approvato l'utilizzo contro il Covid, ma ha anche affidato alla gestione di Arcuri un fondo da 400 a 500 milioni di euro per acquistare i monoclonali prima che siano opzionati tutti dagli altri Paesi. E senza dover aspettare l'autorizzazione dell'Ema.
Lo ha annunciato ieri in un'intervista al Fatto.it, il presidente dell'Aifa Giorgio Palù: «In cda abbiamo deciso all'unanimità di procedere con una legge di emergenza, quindi mettendo tutto in mano al ministro (della Salute, Roberto Speranza, ndr) che può decretare rapidamente basandosi su un fondo tra i 400 e i 500 milioni posti dalla struttura commissariale», ha spiegato Palù.
L'Aifa adesso dovrà definire i metodi di impiego dei monoclonali prodotti per ora dalle americane Regeneron ed Eli Lilly, nell'ambito di una prima sperimentazione nel nostro Paese (da notare che una parte importante della produzione dei monoclonali di Ely Lilly, formulazione e infialamento, avviene anche nel sito della BSP Pharmaceuticals di Latina, che produce oltre 100.000 dosi al mese).
«Si può fare subito la contrattazione per partire coi pazienti ad alto rischio, ultrasessantenni e fragili, sia domiciliarmente che nelle strutture ambulatoriali. Ora la palla passa al ministero», ha aggiunto il presidente dell'Agenzia. Il meccanismo con cui è stato approvato in cda non è la legge 648/1996 che grava sul fondo nazionale ma appunto la creazione di un fondo straordinario, come per i vaccini, che fa leva sul decreto legislativo 219 del 2006 che recepisce una direttiva europea del 2001 sfruttata già nel 2016 per l'emergenza Ebola (la stessa normativa è utilizzata da Germania e Ungheria per l'uso emergenziale degli anticorpi).
A gestire le risorse sarà dunque, come sempre, Arcuri. Che con Invitalia è entrato nel capitale di Reithera (ma il vaccino italiano è ancora alla programmazione dello studio di fase due) e punta a diventare anche azionista della società Toscana Life Sciences. «Mi ha detto che pensa di chiudere l'operazione entro 15 giorni», ha detto in un'intervista lo scorso 31 gennaio l'assessore regionale alla Sanità, Simone Bezzini (Pd).
Tanto che ieri anche il governatore della Toscana, Eugenio Giani ha assicurato che da maggio saranno disponibili gli anticorpi monoclonali «che arrivano da Siena, prodotti poi da Menarini a Pomezia». Il presidente di Tls, Fabrizio Landi, spera di firmare nei prossimi giorni l'accordo da 41 milioni con la Invitalia di Arcuri: 15 milioni per il 30% del capitale di Tls Sviluppo, 26 milioni per la fase 2 degli anticorpi più 500.000 euro stanziati dalla Regione.
Sono i fondi per il contratto di ricerca e sviluppo per supportare l'attività industriale per la produzione di anticorpi e per riaprire il cosiddetto «lotto 23», il polo produttivo dove saranno fatti vaccini e anticorpi "pilota", sviluppati da imprese e start up. Una volta siglato l'accordo, ci vorrà almeno un anno per avere le autorizzazioni necessarie a riattivare gli impianti e a ricominciare a produrre.
Sempre ieri, intanto, l'Aifa ha pubblicato il primo rapporto sulla sorveglianza dei vaccini Covid-19. I dati si riferiscono alle segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate tra il 27 dicembre e il 26 gennaio per i vaccini in uso nella campagna in corso, e riguardano soprattutto la prima dose del vaccino Pfizer Comirnaty (99%), che è stato il più utilizzato, e solo in minor misura Moderna (1%).
Secondo il rapporto, «le sospette reazioni avverse sono in linea con le informazioni già presenti nel riassunto delle caratteristiche del prodotto dei vaccini e le analisi condotte sui dati fin qui acquisiti confermano il loro profilo di sicurezza». Nello stesso periodo osservato sono stati segnalati 13 decessi avvenuti nelle ore successive alla vaccinazione con le dosi Pfizer-BioNTech e Moderna che, «non sono risultati correlati e sono in larga parte attribuibili alle condizioni di base della persona vaccinata».
Nel frattempo, sul fronte europeo dei vaccini, la Commissione Ue ha avviato una task force per incrementare la capacità dell'attuale produzione che sarà guidata dal commissario per il Mercato unico, Thierry Breton, in collaborazione con la responsabilità della Salute, Stella Kyriakides, e si concentrerà su tre filoni principali: «rimuovere ostacoli e colli di bottiglia; adeguare la produzione di vaccini alle varianti del virus; e lavorare a un piano strutturale per una risposta veloce a rischi biologici a livello europeo».
ELI LILLY DI SESTO FIORENTINO anticorpi monoclonali 2 domenico arcuri