Sara Pero per “Salute - la Repubblica”
Il bebè non dorme e i genitori non ce la fanno più. Non si addormenta mai, tanto che papà lo culla in continuazione. Quando crolla si risveglia più volte. Le notti sono un incubo. E, a volte, anche quando il bimbo cresce le cose non cambiano. « Nei primi mesi di vita è abbastanza comune e fisiologico che i neonati abbiano un sonno interrotto durante la notte, ma generalmente crescendo tende a farsi sempre più continuo e regolare e i risvegli notturni meno frequenti.
bimba che dorme con gufo inquietante
Si tratta invece di veri e propri disturbi del sonno se questo fenomeno continua a presentarsi anche quando il bambino è più grande, e i genitori, stressati per le notti in bianco, fanno fatica ad affrontare la cosa. In questi casi è bene rivolgersi al pediatra che valuterà se approfondire le cause e l' entità di questa problematica con degli esami specifici » , spiega Antonio Del Vecchio, consigliere nazionale della Società italiana di pediatria (Sip).
I disturbi del sonno interessano il 25% dei bimbi fino a 6 anni e il 10% sopra i 6. Comportano difficoltà ad addormentarsi, insonnia, numerosi risvegli, spesso agitati, durante la notte, e un riposo tutt' altro che ristoratore. Qualche volta sono sintomi di disturbi respiratori che possono causare le apnee notturne, facili da diagnosticare attraverso la polisonnografia, un test che rileva l' attività cerebrale, la respirazione e i livelli di ossigeno durante la notte.
sonni tranquilli sul marciapiede
«Ma spesso - dice Del Vecchio - i disturbi del sonno possono essere anche sintomi di problemi neuropsichiatrici o del neurosviluppo, come l' iperattività e il deficit dell' attenzione o disturbi dello spettro autistico, spesso scoperti più avanti, quando il bimbo va a scuola. Fino a problemi di carattere psicologico, ad esempio particolari vissuti traumatici, come l' adozione o le violenze. In altri casi invece i disturbi del sonno sono la spia di altre patologie, come l' anemia da carenza di ferro».
Capire le cause dei disturbi è il primo passo per trovare una soluzione. « Abbiamo diversi centri di neuropsichiatria in Italia che si occupano dell' inquadramento di queste patologie. Una volta trovata la causa organica - dice l' esperto - è possibile trattare il bimbo con dei farmaci » . A volte non emerge una particolare malattia. In questi casi vanno cambiate le abitudini. La Sip consiglia di abituare il piccolo a dormire nella sua cameretta già dopo gli 8-10 mesi. Insieme ad altri piccoli consigli. Come staccare il bebè dal seno quando si notano i segnali del sonno, mettendolo nel lettino.
Quando cresce niente tablet o video almeno un' ora prima dell' addormentamento, perché la luce dei dispositivi riduce la produzione della melatonina. Ed è meglio evitare troppo cibo o acqua prima di dormire, e sostanze eccitanti come il tè dopo le quattro di pomeriggio.
L' alimentazione deve essere equilibrata durante la giornata, preferendo cibi con fibre, carni bianche, pesce azzurro, verdure verdi, legumi e cereali. E poi attenzione all' esposizione alla luce: è bene infatti mantenere quella dell' ambiente durante il sonnellino pomeridiano, riducendo l' esposizione nella notte, per non alterare il ritmo sonno- veglia. Da evitare le uscite o le attività stimolanti di sera. Dunque niente ninne nanne sul divano davanti alla tv.
Anche l' orario dei pasti deve essere rispettato, sia durante il giorno che di notte. « Infatti se si instaura l' abitudine di addormentarsi tardi o di svegliarsi a mattina inoltrata - conclude Del Vecchio - l' effetto degli ormoni viene in parte vanificato, con il rischio non solo di andare incontro a disturbi del sonno durante la notte, ma di provare spossatezza e stanchezza durante il giorno ».
pisolino all angolino dormire sul cane dormire in una scarpa dormire nel marsupio di casa dormire nella cuccia del cane dormire in piedi russare in posa da rana dormire in posa vogue neonata in posa da rana dormire con la faccia nei lego addormentarsi su una valigia dormire alla cena con obama dormire anche scomodo dormita yoga