Laura Avalle per “Libero quotidiano”
Si possono avere rapporti sessuali in gravidanza? È quanto si chiedono molte coppie in attesa del primo figlio. «La risposta è sì, certamente, se la donna li desidera, se la gestazione ha un decorso normale e se il medico non vede controindicazioni specifiche», risponde Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell' Ospedale San Raffaele Resnati di Milano.
«Non solo: le donne che hanno avuto rapporti desiderati e frequenti da incinte hanno minori complicanze sia durante la gravidanza, sia nel parto e hanno più frequentemente parti a termine con bambini con più elevato Apgar (il voto che il pediatra dà al bimbo alla nascita e che indica il suo stato di benessere o meno: 10 è nascita perfetta con bimbo in gran forma).
Inoltre anche il puerperio ha un andamento più sereno, con minori depressioni e crisi.
Non ultimo, un marito sessualmente felice in gravidanza è anche un padre migliore e più attento al piccolo».
Naturalmente la corrispondenza è biunivoca, come si direbbe in matematica. Nel senso che è più probabile che abbia desiderio e rapporti soddisfacenti la donna che ha una gravidanza normale, in una coppia che si ama e ha molto desiderato quel bimbo.
Se i dati scientifici sono rassicuranti, quando è saggio e necessario non avere rapporti completi? Rivolgiamo la domanda ancora alla professoressa Graziottin, che replica così: «L' astinenza è da rispettare quando il decorso della gravidanza è complicato da patologie.
Tra cui: 1. minaccia d' aborto o di parto prematuro (ma solo finché dura il problema: dopo non c' è motivo di protrarre l' astinenza per tutta la gravidanza, perché si favorisce un blocco dell' intimità erotica poi difficile da recuperare); 2. ipercontrattilità uterina in trattamento con farmaci volti a rilassare la parete uterina stessa; 3. placenta "previa" (ossia impiantata nella parte inferiore della cavità uterina, fino a coprire in parte o totalmente il versante interno del collo dell' utero, e il cui distacco può provocare emorragie), che sia stata accertata con l' ecografia;
4. dilatazione del collo dell' utero prematura rispetto alla data del parto; 5. rottura prematura delle membrane (ossia del sacco amniotico) in trattamento "conservativo", cioè con farmaci volti a facilitare nel frattempo la maturazione dei polmoni del bambino; 6. infezioni vaginali e/o delle membrane amniotiche ("amnioniti"). L' amnios è il sacco che avvolge in bambino in utero; 7. gestosi (pre-eclampsia ed eclampsia, serissima complicanza della gravidanza con crisi ipertensive gravi).
In tutti questi casi è la donna stessa che istintivamente preferisce evitare l' attività sessuale». E quando è l' uomo a tirarsi indietro?
«Ogni uomo, ogni donna, ogni coppia, hanno un loro modo di sentire e vivere questo delicato periodo», sottolinea Graziottin. «Anzi, ricerche recenti hanno mostrato che l' uomo ha una riduzione di desiderio, che aumenta con il progredire della gravidanza, in circa il 48% dei casi.
E questo sia per la paura di nuocere alla gravidanza, sia per una percezione disturbante del fatto di sentire il bambino come una presenza viva, oltre che per il progressivo "ingombro" del pancione. Io credo che il compito del medico sia spiegare alla coppia l' importanza di un' intimità sessuale, se desiderata da entrambi, e la valutazione di eventuali controindicazioni. Lasciando poi a ciascuno di trovare la propria misura e la propria musica.
L' amore si manifesta in tanti modi ed è saggio rispettare questa unicità, senza voler fare di un unico comportamento l' assoluta normalità che debba per forza essere valida per tutti».
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