Valeria Arnaldi per "il Messaggero"
«I cuori sono fatti per essere infranti», diceva Oscar Wilde. Quelli delle donne in particolare, pare sostenere la scienza. E quelli delle occidentali ancora di più, stando a recenti ricerche. Da uno studio della Monash University di Melbourne è emerso che le donne, specie dopo la menopausa, hanno nove volte più probabilità degli uomini di morire per la sindrome di tako-tsubo detta sindrome del cuore infranto. Nei Paesi asiatici, però, - la sindrome è stata individuata per la prima volta in Giappone - non c' è differenza nei dati tra uomo e donna. Così se prima più ricerche erano concentrate sulle differenze tra i sessi, oggi l' interrogativo si pone pure dal punto di vista culturale.
EVENTI TRAUMATICI Alla base della patologia ci sono forti stress, dettati da eventi traumatici, come separazioni e lutti, che sarebbero in grado di determinare una disfunzione del ventricolo sinistro fino a farlo somigliare a un cesto per la pesca dei polpi, detto tako-tsubo, appunto.
I sintomi sono dolori al petto e mancanza di respiro. E in alcuni casi somigliano a quelli di un infarto. La gran parte dei pazienti guarisce. Non tutti. Dunque, l' immagine letteraria del cuore che si spezza per il dolore poggia su fondamenti scientifici. Non solo, però. Secondo quanto dichiarato al Daily Mail da Sam El-Osta dell' ateneo australiano, sarebbe «possibile» attribuire un ruolo pure alle consuetudini culturali in base alle quali gli uomini, in Occidente, non manifestano le emozioni.
DUE TIPOLOGIE «Riscontriamo la sindrome maggiormente nelle donne - dice Leda Galiuto, cardiologa Fondazione Policlinico Gemelli-Università Cattolica e membro della task force internazionale sulla sindrome di tako-tsubo - perché più frequentemente hanno le coronarie integre, magari tale sindrome negli uomini è catalogata in quelle coronariche.
Non abbiamo una risposta scientifica sulla disparità di dati tra donne occidentali e soggetti asiatici. Ho contribuito alla scoperta del meccanismo fisiopatogenetico della sindrome e, ad oggi, ne individuiamo due tipologie. La primaria, a seguito di forti stress emotivi negativi. La secondaria, che si sovrappone a malattie importanti. Nella primaria c' è una forte componente psichica». Il dolore, quindi, potrebbe essere tra le cause della malattia. Anche la paura.
IL SISMA «L' Aquila, dopo il terremoto, ha visto molti casi di tale sindrome - dichiara Cosimo Napoletano, cardiologo, Comitato Centrale Fnomceo - Federazione Nazionale Ordini Medici Chirurghi e Odontoiatri - a determinarli è stata la paura di morire. Molti erano portati in ospedale come sospetti infarti e ciò faceva crescere la paura stessa.
Anche lì erano più donne. Perlopiù, persone sole. In Italia, la sindrome si manifesta al femminile in percentuale più alta rispetto alla media mondiale».
Perfino la gioia può incidere.
«Ci sono casi da stress emotivo positivo - prosegue Galiuto - come matrimoni o vincite. Nella mia interpretazione, tali pazienti non sanno gestire le emozioni». Rimane il dato geografico. «Culturalmente si possono anche dominare meglio talune emozioni - dice Napoletano - ma non conta solo l' educazione. Il lato psicologico è importante».
«Gli ultimi dati rilevano un' alterazione a livello del sistema limbico, quindi cerebrale, nelle pazienti. Se questa alterazione sia differente culturalmente è difficile da dimostrare - dice Galiuto - Potrebbero incidere pure diverse condizioni di vita e dieta».
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