Valentina Arcovio per “il Messaggero”
Per Ennio Morricone pare sia stata fatale. Ma come lui sono migliaia gli anziani che ogni anno in Italia perdono la vita in seguito alla frattura del femore. Secondo la Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot) sono più di 90 mila gli anziani che ogni anno finiscono in pronto soccorso per una frattura del femore con una percentuale di mortalità del 5 per cento in fase acuta e del 15-25 per cento entro un anno.
Ma gli anziani non sono solo più a rischio frattura. Sono anche a maggior rischio complicanze letali. Il femore è l' osso più grande del corpo umano e svolge una funzione chiave per il movimento, visto che su di esso si innestano muscoli fondamentali e che comunica con l' anca e le articolazioni del ginocchio.
LE CAUSE
La frattura può colpire un punto qualsiasi dell' osso, ma negli anziani interessa principalmente la testa del femore, dove l' osso si congiunge con l' anca, e in genere è conseguente a una caduta accidentale. A rendere fragile l' osso nelle persone di una certa età è generalmente l' osteoporosi, una patologia cronica diffusa che rende le ossa meno dense e più soggette a rottura.
«Con il passare degli anni e con il significativo incremento della vita media aumenta la possibilità di incorrere in fratture, in particolare quelle collegate all' osteoporosi», spiega Francesco Falez, presidente della Siot. «Le cadute rappresentano il principale fattore scatenante. Tra le conseguenze delle fratture continua - nelle persone anziane vi è la necessità di un ricovero, spesso lungo, nonché un aumento della mortalità.
Oltretutto gli anziani impiegano più tempo a riprendersi da una frattura e in alcuni casi il recupero non è completo; tutto ciò rende le ossa ancora più fragili e favorisce la comparsa di nuove fratture, oltre a causare isolamento sociale, perdita di indipendenza e dolore cronico».
La buona notizia è che da una frattura al femore, il più delle volte, si può guarire bene. A patto però che l' intervento chirurgico sia tempestivo e che il paziente riprenda prima possibile la sua vita «normale». Secondo gli specialisti, l' operazione deve essere effettuata entro 48 ore dalla caduta, per evitare che sorgano rischi e complicanze.
Il primo obiettivo da raggiungere è quello di permettere al paziente di stare seduto o in piedi nel minor tempo possibile. Il ritorno al movimento, per le persone anziane, deve essere considerato una priorità.
Un' immobilità troppo protratta nel tempo può provocare una diminuzione delle forze muscolari che può portare a una perdita permanente di funzioni e una conseguente diminuzione dell' autonomia del paziente.
LA TERAPIA
«Il progresso delle tecniche chirurgiche ed anestesiologiche e la precocità nell' affrontare l' intervento ove necessario consentono di ridurre i tempi di ospedalizzazione e di recupero funzionale», dice Falez. Ma la miglior cura rimane la prevenzione.
«Per prevenire e trattare le fratture da fragilità l' ortopedico, insieme ai medici di famiglia, ha il compito di indirizzare i pazienti a rischio ad eseguire opportuni esami strumentali ed avviare così una eventuale terapia preventiva», spiega l' esperto.
«Se invece il paziente si presenta già fratturato alla visita, dopo l' opportuno trattamento chirurgico, lo specialista avrà il compito di monitorarlo nei mesi successivi, integrando una terapia preventiva che ha lo scopo di ridurre il rischio di incorrere in nuovi eventi traumatici», conclude Falez.
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