Cristina Marrone per www.corriere.it
Cosa fare in Lombardia
INFERMIERI ALL OSPEDALE DI CODOGNO CON MASCHERINE MA SENZA GUANTI
Il Coronavirus è arrivato in Lombardia. Che cosa fare se ci troviamo nei paesi interessati, Castiglione D’Adda, Casalpusterlengo e Codogno. In Lombardia bisogna chiamare il 112 e nel caso i sanitari si recheranno al domicilio per fare i controlli e i tamponi. C’è la quarantena obbligatoria per le persone entrate in contatto con i pazienti positivi e che vengono contattate in queste ore. Gli abitanti di Castiglione D’Adda, Casalpusterlengo e Codogno sono invitati invece in via cautelare per ora a rimanere a casa.
Che fare se si sospetta un contagio?
In genere i consigli del Ministero sono: indossare una mascherina se si è in contatto con altre persone, chiamare il numero del Ministero 1500, utilizzare fazzoletti usa e getta (da chiudere ermeticamente dopo l’uso) e lavarsi le mani frequentemente. In Lombardia si può chiamare anche il 112, ha precisato l’assessore Gallera. Non bisogna andare personalmente dal medico o al Pronto Soccorso. Nel caso si sospetti un contagio verranno a prenderci in ambulanza in “biocontenimento”.
Come si trasmette il Coronavirus?
Il virus può essere trasmesso da persona a persona, in genere dopo un contatto stretto con un paziente infetto, ad esempio tra familiari o in ambiente sanitario. Il principale fattore di contagio è lo spostamento delle persone affette da Coronavirus: per questo motivo i pazienti (o i sospetti pazienti) sono messi in quarantena. I coronavirus umani si trasmettono da una persona infetta a un’altra attraverso la saliva, tossendo e starnutendo; con contatti diretti personali (come toccare o stringere la mano e portarla alle mucose); toccando prima un oggetto o una superficie contaminati dal virus e poi portandosi le mani (non ancora lavate) sulla bocca, sul naso o sugli occhi (anche se questa trasmissione è più difficile); infine, con la contaminazione fecale.
coronavirus gli effetti sul lusso 6
Senza sintomi c’è contagio?
«Il periodo di incubazione — spiega l’infettivologo Massimo Galli, professore all’Università di Milano-Ospedale Sacco — è di 5,2 giorni. Il periodo di contumacia quindi di quarantena per capire se il virus si è manifestato è di 14 giorni». Il 38enne ricoverato a Codogno aveva incontrato persone tornate dalla Cina nel corso delle ultime settimane. Il coronavirus potrebbe essere contagioso anche durante l’incubazione: ecco perché in queste ore, come specificato dall’assessore regionale lombardo al Welfare Gallera, «le persone che sono state a contatto con il paziente sono in fase di individuazione». Il virus 2019 n-CoV, secondo uno studio di Lancet, potrebbe essere trasmesso anche da persone che, pur avendo già l’infezione, non mostrano di avere sintomi: sarebbe questo il caso del paziente ricoverato in Lombardia. Per questo è cruciale isolare i pazienti e mettere in quarantena tutti coloro che hanno avuto contatti con i malati.
Quanto è contagioso il coronavirus?
Ogni persona contagiata dal virus 2019-nCov può infettarne in media altre 2,6, con un tasso che varia da 1,5 a 3,5: le stime sono dei ricercatori dell’Imperial College di Londra, che collaborano con l’Organizzazione mondiale della sanità . Ciò rende il suo tasso di diffusione confrontabile a quello della Sars e della pandemia influenzale del 2009, scrive la rivista Nature.
Chi sono i super diffusori?
Sono persone che trasmettono il virus a più soggetti rispetto ad altri, anche a decine di persone e di solito non manifestano i sintomi. Non vuol dire che siano in incubazione, ma che magari hanno lievi manifestazioni a cui non fanno caso. Infatti i super diffusori sono persone con un forte sistema immunitario, che quindi si ammalano in modo lieve o al contrario persone con un sistema immunitario debole.
I sintomi assomigliano all’influenza?
xi jinping con la mascherina 5
I sintomi assomigliano a quelli dell’influenza e delle sindromi parainfluenzali che circolano in questa stagione. Ecco perché è facile che si creino falsi allarmi prima che le analisi di laboratorio consentano di arrivare a una diagnosi certa. Febbre, tosse, difficoltà respiratorie, nei casi gravi bronchite e polmonite sono le caratteristiche dell’infezione da coronavirus che devono preoccupare, in particolare se si hanno avuti contatti con persone provenienti dalle zone del contagio. È importante, nel caso si verifichino sintomi, informare il proprio medico al telefono e chiamare il numero messo a disposizione dal ministero della Salute: è l’1500 che fornisce chiarimenti e informazioni e indirizza verso le apposite strutture.
Esiste un trattamento per il Coronavirus?
Non esiste un trattamento specifico per la malattia causata dal nuovo coronavirus. Quando la malattia dà luogo a polmoniti particolarmente gravi si può considerare l’uso dell’Ecmo, l’ossigenazione extracorporea, una tecnica di rianimazione che supporta le funzioni vitali attraverso l’ossigenazione del sangue. Si stanno studiando da più parti alcuni antivirali già utilizzati nel caso di altri virus: Hiv, Ebola, SARS e altri farmaci conosciuti e sembrano essere efficaci con i malati. L’ultima sperimentazione è in Cina con gli anticorpi contenuti nel plasma di persone guarite dall’infezione: un paziente curato in questo modo è già stato dimesso, altri 10 sono in cura; il metodo veniva usato nei malati al tempo della SARS.
Come si può evitare il contagio?
turisti cinesi con la mascherina a roma 3
Le raccomandazioni per ridurre l’esposizione e la trasmissione del nuovo coronavirus sono per ora generali:
- lavarsi spesso le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi o con soluzioni alcoliche.
- Starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso, utilizzare una mascherina e gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l’uso.
- Evitare di toccare gli occhi, il naso o la bocca con mani non lavate, evitare contatti ravvicinati con persone che sono malate o che mostri sintomi di malattie respiratorie (come tosse e starnuti).
MASCHERINA E BOTTIGLIA DI PLASTICA IN TESTA PER DIFENDERSI DAL CORONAVIRUS
- Rimanere a casa se si hanno sintomi.
- Non andare in Pronto Soccorso ma telefonare al numero 1500.
- Fare attenzione alle pratiche alimentari (evitare carne cruda o poco cotta, frutta o verdura non lavate e le bevande non imbottigliate).
- Pulire e disinfettare oggetti e superfici che possono essere state contaminate.
- Vaccinarsi contro l’influenza (per non rischiare confusione dei sintomi).
Il virus è letale?
Da questa prima fase è possibile dire che il virus in questione non è letale nella maggior parte dei casi. Quasi tutti i contagiati sopravvivono al virus. La percentuale dei decessi causati dal virus è al momento di circa il 2-3%, più alta in Cina. Buona parte delle vittime del nuovo coronavirus erano anziane e con patologie pregresse, in media non colpisce persone giovani che comunque guariscono. Nessuna vittima in Cina aveva meno di 9 anni.
Esiste un vaccino?
Non esiste ancora un vaccino contro il coronavirus 2019-nCov ma alcune aziende farmaceutiche ci stanno lavorando. I tempi possono però essere relativamente lunghi e non compatibili con la velocità di propagazione del virus. L’arma migliore rimane il contenimento e la conseguente quarantena.
I cibi sono pericolosi?
Non ci sono evidenze che il virus si trasmetta attraverso il cibo o per via alimentare o anche toccando oggetti inanimati come giocattoli, vestiario. Il virus si introduce nell’organismo attraverso le prime vie respiratorie, naso e bocca, ma non attraverso l’apparato digestivo con passaggio di cibi contaminati. Se mangiamo un alimento contaminato il virus va nello stomaco e non contagia le vie respiratorie quindi non si propaga.
E per chi viaggia?
Il ministero della Salute italiano raccomanda «di posticipare i viaggi non necessari in Cina». Sul sito viaggiare sicuri della Farnesina, tutte le informazioni aggiornate anche su altri Paesi. I voli da e per Cina, Hong Kong, Macao e Taiwan sono sospesi in Italia. Nei principali aeroporti italiani sono attivi all’arrivo i termoscanner che monitorano la temperatura corporea di chi entra in Italia.
È pericoloso ricevere pacchi dalla Cina?
Ricevere pacchi dalla Cina «non comporta alcun problema per il contagio» di coronavirus ha assicurato il portavoce dell’Oms, Christian Lindmeier. «Il virus non ha una vita lunga rispetto ad altri virus, ma può stare su una superficie». Se io tossisco sulla mano e passo un telefono, per esempio, ci può essere contagio, ma il virus muore co n una semplice disinfezione.
Il virus resiste sulle superfici?
I coronavirus possono resistere sulle superfici a temperatura ambiente fino a 9 giorni. Lo dimostrano gli studi effettuati su altri virus analoghi a questo. Studi sul recente coronavirus però non ce ne sono. Le ricerche hanno anche stabilito che questi virus muoiono nel giro di 1 minuto quando subiscono una normale disinfezione con: candeggina, acqua ossigenata, alcol.
Posso andare al ristorante cinese?
Il virologo Roberto Burioni sul suo sito Medical Facts scrive: «È necessario ribadire che la situazione merita tutta la nostra attenzione e non deve essere sottovalutata, però non ha nessun senso in questo momento evitare i cinesi, i ristoranti cinesi o i quartieri cinesi in Italia. L’unica cosa che deve essere evitata sono i viaggi in direzione della Cina, o in altre zone a rischio ed è importante che chi torna da quelle zone rimanga in quarantena». Conferma Gianni Rezza direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità (Iss): «In questo momento è un allarmismo assolutamente immotivato evitare negozi e locali cinesi».
Le mascherine servono?
Le mascherine al momento in Italia sono utili e indispensabili solo per il personale sanitario che ha a che fare con pazienti o sospetti tali. Anche chi ha un rischio di contagio come i servizi sanitari di frontiera è bene che si protegga. La psicosi coronavirus ha spinto verso la corsa all’acquisto di mascherine protettive e il Codacons denuncia rincari fino a +400%: «La corsa all’acquisto del prodotto che si registra in tutte le città italiane e nei principali aeroporti ha portato ad una riduzione delle disponibilità sul mercato, e potrebbe dare vita a speculazioni a danno dei consumatori». «Le mascherine protettive - ribadisce Gianni Rezza - non sono necessarie per la popolazione generale in Italia».
A quanti cm bisogna stare da una persona infetta?
«Si è calcolato», spiega ancora l’infettivologo Massimo Galli, professore all’Università di Milano-Ospedale Sacco, «che per questi virus la distanza di sicurezza è 1 metro e 82 cm affinché le particelle emesse da colpi di tosse e starnuti non possano raggiungere l’altro».
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