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La dottoressa Sheanna Swan, scienziata ambientale, ha parlato nel suo nuovo libro intitolato “Count Down” dell’impatto dell’inquinamento ambientale sul sistema riproduttivo umano. In particolare, il libro esamina l’effetto dei ftalati, sostanze chimiche utilizzate nella produzione di materiali plastici, sul sistema endocrino che produce ormoni.
«Sta nascendo un numero sempre più grande di bambini con peni piccoli e genitali malformati come conseguenza diretta dell’inquinamento ambientale» afferma la dottoressa.
Le ricerche di Swan sono cominciate con l’analisi della sindrome da ftalati, inizialmente osservata in topi di laboratorio: i ricercatori hanno concluso che i feti esposti a questi agenti chimici presentavano più alte probabilità di avere genitali rimpiccioliti.
Negli umani, inoltre, la dottoressa ha scoperto che i neonati maschi che erano stati esposti agli ftalati nell’utero avevano una distanza anogenitale più breve, una misura spesso collegata al volume del pene.
I ftalati vengono impiegato nella produzione industriale per rendere i materiali plastici più flessibili, e la dottoressa afferma che i bambini vengono esposti agli ftalati tramite il contatto con cibi e giocattoli. Difatti, i ftalati simulano l’ormone estrogeno, interrompendo la produzione naturale di ormoni nel corpo umano e causando un’interferenza nello sviluppo sessuale nei neonati.
Uno studio pubblicato nel 2017 ha rilevato che i livelli di sperma negli uomini nei paesi occidentali sono diminuiti di oltre il 50% negli ultimi quattro decenni dopo aver esaminato 185 ricerche che hanno coinvolto quasi 45.000 uomini adulti sani. Swan ritiene che il tasso di fertilità in rapida diminuzione significhi che la maggior parte degli uomini non sarà in grado di produrre sperma entro il 2045.
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