Margherita De Bac per il “Corriere della Sera”
1 Cosa si intende per «seconda ondata»?
È la ripresa dell'epidemia a distanza di un certo periodo di tempo dalla prima ondata.
coronavirus ospedale di varese
Il picco epidemico è il punto più alto della curva e corrisponde alla fase di maggiore incidenza dei casi. La distanza tra l'una e l'altra ondata (e le successive) non è prevedibile. I virus influenzali, ad esempio, hanno un picco annuale. Le ondate sono divise da un periodo interpandemico che, per quanto riguarda il Covid-19 in Italia, corrisponde a giugno-settembre 2020.
2 A che punto siamo dell'ondata attuale?
Alcuni segnali fanno ritenere che il picco della seconda ondata sia vicino e che sia probabile l' inizio di una lieve discesa. In genere la sommità della curva viene raggiunta in ogni epidemia a 60-70 giorni dall' inizio, in questo caso è successo a metà settembre.
Un secondo segnale fa pensare al rallentamento: in molte regioni l' aumento del numero dei casi clinici sembrerebbe contenuto, anche in regioni molto colpite come la Lombardia. È ancora presto per prevedere l' inizio della discesa, il quadro sarà più chiaro la prossima settimana. Bisogna anche tener conto che in questa fase la comunicazione dei dati da parte di servizi travolti dall' emergenza potrebbe essere non sempre tempestiva e completa.
3 Quali sono le caratteristiche di questa curva?
La curva dei positivi diagnosticati con test molecolari mostra un andamento secondo manuale. Il virus sembra percorrere indisturbato il suo cammino seguendo la classica «salita della campana» con un tempo di raddoppio dei casi settimanale. Se rispettasse la tradizionale durata bimestrale, l' ondata durerà fino a Natale 2020, andando verso una discesa progressiva. La preoccupazione dei medici è che questa fase «non sia una mareggiata, ma uno tsunami capace di travolgere il sistema sanitario». Lo afferma Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici che chiede al governo misure aggressive.
4 In cosa la seconda ondata del Covid si sta differenziando dalla prima?
La letalità dell' attuale picco epidemico è molto inferiore a quella osservata in primavera anche se sono rimasti uguali i fattori di rischio che condizionano il successo delle cure: l'età media dei deceduti è attorno agli 80 anni, sono presenti nel 95% dei casi altre malattie. Si è ridotto in modo significativo il tempo tra sintomi iniziali e ricovero in ospedale e sono migliorare le capacità diagnostiche e terapeutiche. La severità clinica dei pazienti con sintomi va dal 5% di casi gravi, al 20% con sintomi significativi, al restante 75% con sintomi lievi.
5 Alla fine di questa seconda ondata la popolazione avrà raggiunto un livello di immunità che proteggerà l'intera collettività?
Anche questo picco epidemico non sarà sufficiente per costruire la cosiddetta immunità di gregge, necessaria per proteggere l'intera popolazione: una larga fetta resterà suscettibile, esposta a una nuova recrudescenza. Le indagini nazionali di sieroprevalenza (eseguiti ad aprile con test sierologici e poi in vari contesti locali) indicano che meno del 5% degli italiani possiedono anticorpi contro questo virus. Quindi il 95% degli italiani possono ancora essere contagiati.
6 Le misure di contenimento attuate in Italia, e in modo differente in altri Paesi, hanno contribuito a fermare l' epidemia?
Ne hanno probabilmente ridotto le dimensioni assolute. Le evidenze scientifiche sull' efficacia di queste misure restano però scarse.
7 Le agenzie tecniche internazionali (Oms, Cdc, Ecdc) hanno sbagliato nel dare linee guida a volte contraddittorie?
Tutte le agenzie hanno sempre ammesso l' incertezza delle conoscenze sulla pandemia (il virus è nuovo, la popolazione mondiale non ha mai incontrato coronavirus simili all' attuale, dunque manca la memoria protettiva dell' organismo per contrastare questa infezione) e la debolezza delle evidenze scientifiche sull' efficacia delle misure di contenimento. Inoltre queste organizzazioni si rivolgono a tutto il mondo e devono necessariamente considerare gli scenari più estremi per offrire indicazioni da diffondere a livello globale.
8 I vaccini in arrivo modificheranno la situazione?
Vaccini anti-Covid efficaci e sicuri saranno disponibili nel 2021. Il loro effetto non sarà immediato. Agiranno per contenere l' impatto clinico della malattia e per diminuirne la gravità, non per controllare l' incidenza dei casi, evitando l' infezione. Inoltre buona parte dei vaccini in cantiere sembrerebbe aver bisogno di una doppia dose per raggiungere un significativo livello di efficacia. Quindi saranno necessari mesi per ottenere una reale barriera «di massa» attraverso ripetute campagne vaccinali.
(Ha collaborato con il Corriere Donato Greco, ex direttore generale prevenzione del ministero della Salute, consulente dell' Oms).