Emanuela Minucci per "la Stampa"
togheter we can stop the virus
Sono 40 anni che il mondo combatte contro l'HIV. Un tunnel che la scienza ha reso meno buio grazie alla ricerca. Ma anche l'arte può metterci del suo per raccontare al mondo che cosa è stato questo virus e le insidie che ancora racchiude.
È questa la molla che ha convinto il colosso bio-farmaceutico Gilead (leader mondiale nella cura e nella prevenzione dell'Aids come di altre importanti patologie) che per il terzo anno consecutivo ha deciso di dare vita al progetto «Together we can stop the virus».
Così lo scorso 1° dicembre 2020, Giornata Mondiale HIV, Gilead ha rivolto ad artisti e professionisti della creatività under 40 una chiamata collettiva («Call4Artists») con l'obiettivo di scovare i nuovi talenti in grado di raccontare l'HIV. In questi mesi, la giuria, formata da esperti del settore e dalle Associazioni di pazienti, ha avuto il compito di selezionare i cinque vincitori.
Nelle precedenti edizioni del progetto sono state realizzate opere che raccontano, grazie anche al supporto della Realtà Aumentata, che cosa significhi oggi vivere con l'HIV attraverso i vissuti dei protagonisti: stigma, paura della diagnosi, accettazione di una terapia per tutta la vita, il successo delle terapie, la gioia di poter invecchiare nonostante il virus e il raggiungimento di una buona qualità di vita. Nel 2020 è stata realizzata anche un'opera che racchiude alcune delle sfide delle persone con HIV durante la pandemia.
L'obiettivo del progetto è creare la prima mostra permanente su questo temibile virus che ogni anno possa arricchirsi di nuovi contributi artistici.
La residenza artistica E siamo alla novità di quest'anno. Tra i premi per i vincitori della Call4Artists oltre a un riconoscimento in denaro c'è una Residenza Artistica ovvero una formazione tecnica, teorica e pratica, sul linguaggio della realtà aumentata, con focus in ambito artistico, nonché formazione sull'arte contemporanea e sul contesto scientifico dell'HIV.
Un piccolo laboratorio creativo dove far fiorire idee unendo mondi anche molto distanti. La sfida lanciata agli artisti è quella di raccontare questi 40 anni di virus con la propria sensibilità e la propria cifra stilistica.
Il tutto facendosi guidare dalle suggestioni delle Associazioni di pazienti, dalle "case studies" sugli artisti che per primi, a partire dagli anni '90, hanno raccontato l'HIV quando era un tabù, quando faceva veramente paura perché di questo virus si moriva prematuramente. La Residenza ha preso il via il 24 maggio a distanza utilizzando una piattaforma digitale di comunicazione.
Fermare il virus «Nella storia dell'arte contemporanea l'Italia ha un ritardo nell'idea di usare l'arte come strumento di sensibilizzazione a importanti temi sociali - spiega Ilaria Bonacossa, direttrice di Artissima la fiera internazionale di arte contemporanea e curatrice del progetto - e mi riferisco in particolare al tema dell'Aids che in America ha una lunga tradizione di attivismo e anche di rappresentanza nei musei, mentre in Italia ha visto pochissimi lavori».
Aggiunge: «Per questa ragione il progetto Together we can stop the virus è stata l'occasione di mettere in contatto l'arte contemporanea con un tema tanto importante. L'arte, non utilizzando le parole ma solo le immagini, ha il potere di andare a colpire direttamente l'emotività delle persone trasmettendo messaggi anche molto profondi. Progetti artistici di questo tipo hanno sicuramente un futuro e la capacità di rendere in qualche modo il mondo migliore».
Cristina Le Grazie, Direttore Medico di Gilead Italia, invece, spiega: «Il claim di Gilead a livello globale, Creating possible, è un motto che rispecchia totalmente il nostro approccio: vale a dire generare un vero cambiamento attraverso l'innovazione, sia a livello terapeutico che a livello di consapevolezza».
Aggiunge: «Together we can stop the virus in particolare vuole raggiungere il grande pubblico ma soprattutto le nuove generazioni che non hanno vissuto il periodo più oscuro della storia dell'HIV». Conclude: «Spesso i giovani non sono consapevoli dei rischi perché pensano che questo genere di virus sia molto lontano da loro. Ecco perché abbiamo voluto che fossero proprio dei giovani a raccontare attraverso l'arte questi 40 anni di HIV».
I vincitori Sono tutti giovani artisti e creativi molto interessati sia ai nuovi linguaggi sia al tema dell'arte che racconta la salute. Da Lisa Pizzato classe 1996, grafica, illustratrice, con una particolare attenzione per animazione e Realtà Aumentata a Giulia Tolino classe 1983 che ha lavorato nel campo dei videogiochi, dedicandosi poi all'animazione.
Poi c'è Marco D'Ambrosio alias Adam Tempesta illustratore e grafico, che ha pubblicato due graphic novel, ha lavorato per Il Corriere della Sera, e il duo Allegria Bulgaria composto da Arianna Di Betta e Cecilia Piazza classe 1990 e 1988 entrambe graphic designer visionarie di Bologna. La rosa si chiude con Raffaele Lasciarrea classe 1982 che per l'Accademia di Belle Arti di Brera ha realizzato una piattaforma multimediale che indaga il rapporto tra arte e tecnica.
Le opere Le opere sono il frutto di una collaborazione tra i rappresentanti delle Associazioni di pazienti e artisti che hanno dato un'identità visiva, emozionale e concettuale a ogni opera. Temi come la diagnosi, il trattamento, il successo delle terapie, la qualità di vita, più una nuova opera su HIV e COVID-19 sono i momenti chiave raccontati dalla mostra.
Gabriele Genova ha realizzato l'opera sullo stigma «Ho qualcosa da mostrarvi», il collettivo Mira l'opera sul tema della Diagnosi «L'importante è saperlo», Viola Gesmundo ha interpretato il tema del Trattamento con l'opera «Verso se stessi», Andrea Zu il tema del Successo delle terapie con l'opera «Luuv Story», Adolfo di Molfetta ha realizzato l'opera sul tema della Qualità della vita «Niente paura», Francesca Guiotto ha firmato «Conscious Blooming» un' opera che vuole trasmettere il messaggio che HIV e COVID-19 possono essere affrontati grazie al fiorire comune di una consapevolezza e ricerca da parte di tutti. Il collettivo Bepart si è poi occupato di animare con la realtà aumentata le illustrazioni.
Un problema non risolto Le ultime stime ci dicono che in Italia vivono 120mila persone con HIV, di cui circa 18mila inconsapevoli dell'infezione. È il cosiddetto sommerso. L'HIV, infatti, può non manifestare sintomi per lungo tempo ed essere diagnosticata anche a distanza di anni (4,5/5 in media). Bisogna aggiungere tuttavia che oggi esistono delle terapie che hanno permesso passi in avanti incredibili rispetto a 25 anni fa. Terapie talmente efficaci da consentire l'azzeramento della possibilità di trasmettere il virus ad altre persone e a garantire una migliore qualità di vita a chi ha contratto il virus.
Gilead e l'HIV Gilead Sciences è una società biofarmaceutica californiana che da oltre trent'anni ricerca e sviluppa farmaci innovativi per contribuire alla salute del mondo. L'azienda è impegnata sul fronte del progresso in medicina per la prevenzione e il trattamento di patologie come HIV/AIDS, malattie epatiche, ematologia e oncologia. Milioni di persone affette da HIV nel mondo, oggi, ricevono una terapia antiretrovirale fornita da Gilead o da produttori partner dell'azienda. Gilead ha sede a Milano e collabora con i partner scientifici, accademici, industriali e le comunità locali per sviluppare e rendere disponibili le terapie anche per i pazienti italiani.