Francesco Rigatelli per "la Stampa"
«I 2.949 contagi e i 44 morti di ieri, il dato più basso dal 14 ottobre, sono certamente una buona notizia, ma ci sono ancora incognite come la durata dell' immunità e le varianti da non sottovalutare». Andrea Crisanti, professore ordinario di Microbiologia a Padova, è appena tornato da Londra e mette in guardia in particolare dalla variante indiana, «molto più contagiosa di quella inglese e destinata a spostare ancora più in alto l'asticella dell'immunità di gregge. La pandemia non è finita e dobbiamo saperlo tutti. In Inghilterra dove si pensava alle riaperture, con il doppio dei vaccinati rispetto all' Italia, c'è una battuta d'arresto».
Il calo dei morti è merito dei vaccini?
«Sì, è una grande vittoria della campagna vaccinale. Sta succedendo in Italia quello che è accaduto in altri Paesi, dall' Inghilterra a Israele. Serve però cautela, perché il dato di ieri riguarda una domenica legata a un ponte. È sempre meglio guardare i numeri su base settimanale».
E in quel modo cosa nota?
«Mi pare ci sia un'evidente sottostima dei contagi. La settimana scorsa abbiamo avuto una media di 150 morti al giorno per poco meno di 5mila casi. Anche se i decessi si riferissero a contagiati di venti giorni prima i conti non tornerebbero».
campagna vaccinazione europa 1
Sta dicendo che le regioni non cercano più il virus?
«È sotto gli occhi di tutti! Nel momento in cui si rimuovono le misure di sicurezza bisognerebbe aumentare tamponi e tracciamento, e invece succede il contrario. Per fortuna la vaccinazione sta facendo da scudo, ma se finisse l'immunità o arrivasse la variante sbagliata torneremmo nei guai. E metà degli italiani deve ancora ricevere la prima dose».
Ieri si sono comunque fatti 164mila tamponi e nei giorni precedenti anche più di 250mila.
mario draghi al centro vaccinazione di fiumicino 5
«Sì, ma molecolari o antigenici? I secondi non sono sicuri e molte regioni ormai li confondono. Non abbiamo certezza della situazione dei contagi, così come non monitoriamo a sufficienza le varianti».
Lei pensa che la variante indiana possa prendere il sopravvento in Italia?
«Al momento posso dire solo che nel Regno Unito sono molto preoccupati».
Nel caso, cosa succederebbe?
«Come minimo che essendo molto contagiosa ci costringerebbe a vaccinare tutti i ragazzi da 15 anni in su, ma ci sono notizie allarmanti come quelle che arrivano dal Cdc, l' agenzia federale americana per la salute, che segnala casi di miocardite nei giovani vaccinati con Pfizer e Moderna».
Casi rarissimi e lievi, si legge nel rapporto.
«Ma da non sottovalutare, perché potrebbero influire sulle decisioni di molti Paesi. Abbiamo già assistito a un balletto simile per le autorizzazioni di AstraZeneca. Con la differenza che i bambini non si ammalano e dunque convincere loro e i loro genitori non sarà scontato».
E se non raggiungeremo l' immunità di gregge?
«Senza il coinvolgimento di questi ragazzi non succederà, e allora continueremo con un livello sostenuto di contagi più o meno accertati».
centro vaccinazione coronavirus roma termini
Senza più ricoveri e decessi però.
«Certo, almeno finché durerà l'immunità e non arriverà qualche variante pericolosa, che senza raggiungere l' immunità di gregge diventerà più probabile. Insomma, si finirebbe in un circolo vizioso».
Come starne fuori?
«Vaccinando tutti gli italiani il prima possibile, impedendo la diffusione della variante indiana con tamponi molecolari, tracciamento e isolamento, e monitorando le altre varianti».
È d' accordo con il presidente dell' Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, quando dice che dalla pandemia stiamo passando all' endemia?
«Sì, ma è un equilibrio precario, perché nessuno sa quanto duri l' immunità data dai vaccini. E poi c' è una questione che si dà per scontata e non lo è: non si può pensare di vaccinare l' 85 per cento della popolazione tutti gli anni».
silvio brusaferro gianni rezza
Il 18 aprile lei ci disse che riaprire era «una stupidaggine epocale» e che non vedeva «nessun rischio calcolato se non quello di giocarci l' estate». Ha cambiato idea?
«No, penso che abbiamo corso un rischio inutile. Se vado in ospedale per un problema vitale e il medico mi propone due strade, un trattamento sicuro per cui bisogna aspettare qualche settimana e uno mai sperimentato ma vantaggioso per motivi economici, scelgo il primo. Dopo 126mila morti non esiste il rischio calcolato o ragionato, ma solo il rischio inutile».
Draghi, dunque, è stato fortunato?
«La vaccinazione sta funzionando, ma non sapremo mai quanti morti in meno ci sarebbero stati in queste settimane. E per me, come scienziato, è ciò che conta».
andrea crisanti si fa vaccinare