Virginia Piccolillo per il “Corriere della Sera”
francesco le foche foto di bacco
L'Italia sta riaprendo, professor Francesco Le Foche, immunologo, possiamo stare tranquilli?
«Sì, perché gli italiani sono stati responsabili, attenti alle regole e il servizio sanitario nazionale, grazie all'abnegazione di medici, infermieri e di tutti gli altri operatori, ha retto all'onda d'urto della pandemia. In più abbiamo vaccini e terapie. Come monoclonali e farmaci antivirali».
Basta un metro di distanza?
«Ora sì, perché l'85% delle persone si è vaccinato. E ciò ha ridotto moltissimo contagi e ospedalizzazioni. Tra poco avremo una percentuale così alta di vaccinati da poter riaprire tutto per tutti».
LA TERZA DOSE DEL VACCINO ANTI-COVID
Ma la tensione con i «no green pass» cresce...
«La maggior parte delle persone ha apprezzato la vaccinazione che ha portato alle riaperture in sicurezza. E dovremmo considerare questa opportunità una forma di medicina preventiva».
Anche in azienda?
«I non vaccinati sono 5 milioni. Chi va al lavoro ha diritto alla sicurezza. Vale per gli incidenti, come per il virus».
Il tampone a 72 ore?
«Preferirei esclusivamente la vaccinazione. Tutela tutti, anche, come vediamo dalle curve degli ultimi giorni, i non vaccinati».
Può ripartire il contagio?
«Continuando su questa linea è molto improbabile».
Allora perché non ascoltare chi teme il vaccino?
«Non vedo regole punitive. Ma un diritto alla salute, bene superiore per tutti. Dove c'è scetticismo per il vaccino la mortalità e ancora alta».
Ma se ormai il Covid si cura perché fare la terza dose?
«Non abbiamo ancora una terapia definitiva. Ed è meglio prevenire che curare».
francesco le foche immunologo 3
Consiglia il vaccino antinfluenzale con l'anti-Covid?
«È una bella opportunità».
Perché la terza dose agli over 60? Si è già anziani?
«No, ma il sistema immunitario riduce la sua efficacia nel tempo e con comorbilità che iniziano intorno a quella età si può essere più fragili».
Sotto i 60 non serve?
«Se si è fragili per malattie o per farmaci immunosoppressori sì. Si valuta la memoria immunitaria. Il vaccino dura almeno 9 mesi».
Vaccinare i bambini?
«Anche loro hanno il diritto alla salute. Dai 5 agli 11 anni si attende a breve l'autorizzazione. La dose è un terzo di quella degli adulti».
Le donne in gravidanza devono vaccinarsi?
«Sì, dal terzo mese in su. Perché il sistema immunitario ha un impegno superiore. L'excursus polmonare si riduce perché il diaframma si alza. E perché darà anticorpi nei primi mesi di vita al bambino. È consigliato anche durante l'allattamento, in modo da trasmettere gli anticorpi con il latte materno».
Scoprire la gravidanza dopo il vaccino fa temere per il bambino?
«No, va informato il ginecologo e rinviata la seconda dose a dopo il terzo mese».
Le discoteche riaprono. Senza mascherina non è un pericolo?
«Se vaccinati no. E visto che i giovani hanno interpretato che il vaccino è l'equivalente della libertà, si stanno vaccinando per poter tornare a gestire la propria vita. E presto potremo riaprirle al 100%».
Anche gli stadi?
«Mi preoccupa solo un po' l'ingresso, dove la gente si ammassa. Va organizzato».
Le università possono tornare al 100%, come ha detto la ministra Messa?
«Devono. Spero si arrivi presto al 100%. L'università necessita di presenza, crescita culturale attraverso il gruppo. Siamo comunque al preludio della normalità. Credo che ai primi di gennaio potremo tornare a riveder la luce».