Margherita De Bac per il "Corriere della Sera"
«La notizia fantastica dell' Italia che torna tutta in giallo è offuscata dalla disgrazia della funivia precipitata a Stresa. Non possiamo non collegare i due momenti». Francesco Le Foche, immunologo clinico del policlinico Umberto I, dedica un pensiero ai turisti morti in Piemonte durante una gita prima di affrontare il tema della situazione epidemiologica.
È una situazione di stabilità?
«Sì, perché è il risultato di un piano di riaperture progressive accompagnato dal deciso potenziamento delle vaccinazioni. Credo che sulla base dei dati da qui in avanti dovremmo andare verso un ulteriore miglioramento. Alcuni modelli statistici avevano dipinto scenari negativi. Per fortuna non ci hanno azzeccato».
Il suo ottimismo è un invito al liberi tutti?
«Al contrario. Proprio perché il senso di responsabilità della popolazione è stato determinante per tagliare questo traguardo, non bisogna cambiare atteggiamento e sentirsi fuori dal rischio. Abbiamo a che fare con un virus non ancora compreso. C' è stata molta attenzione da parte di tutti nel rispettare l' uso di mascherine e il distanziamento. Continuiamo così, non passiamo alla sottovalutazione dei rischi. Anzi, dal punto di vista psicologico dovremmo essere ancora più motivati a vivere correttamente questa fase di riaperture. C' è la prospettiva di mettere da parte per sempre questa pandemia».
Dimenticarla?
«Se tutto va bene nel 2022 potrebbe essere dimenticata, grazie ai vaccini che hanno rallentato la circolazione del virus».
Dimenticata in Italia e nell' Ue. E a livello globale? L'Africa dipende dall' import di vaccini dall' estero: il 99% vengono importati e i sistemi sanitari sono carenti.
«Non ci sarà immunità di gregge se non sarà globale, come ha dichiarato il premier Draghi. I Paesi poveri vanno aiutati non solo per questioni umanitarie. La lotta a un virus pandemico va condotta anche fuori dei propri confini». Però il 10% degli italiani è su posizioni di rifiuto del vaccino.
Ci sarà sempre uno zoccolo duro di suscettibili al contagio. «I no vax stanno diminuendo. La paura del Covid ha portato tante persone a ricredersi e ad accettare la somministrazione delle dosi. Mi auguro che la fiducia nei vaccini in generale non si estingua col Sars-CoV-2 ma resti come una conquista culturale. È una svolta nel panorama delle vaccinazioni paragonabile a quella data dall' antivaiolo e dall' antiepatite B in due epoche diverse. Rifiutare il vaccino è sciocco e irrazionale.
Faccio fatica ad avere comprensione nei confronti di chi non capisce l' importanza di questa rivoluzione».
La verità scientifica ha vinto?
«Al di là dei messaggi a volte contraddittori che hanno disorientato l' opinione pubblica spero sia stato compreso l' inestimabile valore della ricerca».
Alcuni esponenti del governo considerano imminente l' addio alle mascherine da parte dei vaccinati, già avvenuto in Usa. Previsioni condivisibili?
«Se tutto procede così ad agosto potrebbe essere una nuova vittoria liberarsi dalle protezioni individuali, almeno in alcuni contesti».
mario draghi al centro vaccinazione di fiumicino 5
Lei parla con entusiasmo, vede davvero la fine?
«Sono entusiasta perché sono stato testimone di uno degli episodi più felici della storia scientifica. In un anno sono stati compiuti progressi equivalenti a vent' anni. È aumentata ancora di più l' attenzione per lo studio del sistema immunitario di cui si è cominciato a parlare, al di fuori dei contesti scientifici, ai tempi dell' Aids».
La carta verde è una buona tutela per il viaggiatore?
«Sarebbe una buona tutela anche se immagino non sia facile arrivare in tempi rapidi a un passaporto europeo. Se vaccinati, si è guariti o si è fatto il tampone 48 ore prima di spostarsi non vedo controindicazioni per muoversi con tranquillità».
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