Estratto dell’articolo di Valentina Arcovio per “il Messaggero”
La fine delle ferie estive si avvicina inesorabilmente e, complici le temperature ancora bollenti e il ritorno alla routine di tutti i giorni, iniziano a spuntare i primi casi di "Post Vacation Blues". «È quella che chiamiamo comunemente "sindrome da rientro" - chiarisce la psicoterapeuta Eleonora Iacobelli, presidente dell'Associazione Europea per il Disturbo da Attacchi di Panico e del Centro Bioequilibrium - I sintomi sono piuttosto debilitanti, ma per fortuna passeggeri: mal di testa, senso di fiacchezza, irritabilità, difficoltà nel sonno, stordimento per fare qualche esempio.
[…] Una naturale difficoltà di adattamento, dunque. Si tratta di una risposta psico-fisica, caratterizzata, appunto, da ansia, insonnia, irritabilità e stanchezza, che si prova al ritorno a una normalità diversa da quella della vacanza.
I maggiori segni sono le difficoltà a dormire o uno stato di sonnolenza generale durante la giornata. Dopo questo posso apparire altri sintomi effetto domino: difficoltà a concentrarsi, cattivo umore, disorientamento, difficoltà nelle relazioni. Il nostro organismo, comunque, può essere aiutato a superare più velocemente gli effetti della sindrome da rientro. […]
«Il ritorno alla routine quotidiana, fatta di lavoro, impegni e responsabilità - commenta Emi Bondi presidente della Società italiana di Psichiatria può causare stanchezza e una sensazione generale di disagio specialmente se si è andati in vacanza già stremati perché carichi di tensione accumulata durante tutto l'anno.
Se poi durante le ferie non ci siamo ritagliati degli spazi tutti per noi praticando, ad esempio, attività sportiva o stando in compagnia degli amici, oppure non abbiamo riposato perché quelle 2-3 settimane sono state un tour de force tra viaggi, spostamenti continui e fusi orari diversi, il rientro alla vita di sempre può diventare davvero difficile».
Il consiglio principe per chi ha fatto le vacanze fuori è quello di rientrare in città qualche giorno prima di ricominciare le attività. «In questo modo - suggerisce Iacobelli - consentiamo all'organismo di riabituarsi all'ambiente, all'alimentazione e all'aria. Gradualità significa anche calma. «L'obiettivo dovrebbe essere quello di reimmergersi nelle attività quotidiane a piccole dosi».
Il rientro non dovrebbe essere visto come uno sprint, ma come una lunga maratona. Secondo gli esperti, però, un rientro meno traumatico è possibile: per esempio lasciandosi uno o due giorni "cuscinetto" liberi dal lavoro, utili per riprendere il ritmo con più calma e abbassare i livelli di stress.
Anche l'alimentazione ha un ruolo centrale. E non ci si pensa mai. «Una dieta sana ed equilibrata è fondamentale per affrontare lo stress - rimarca Bondi - Evitare cibi troppo elaborati, abbondanti o pesanti, poiché possono appesantire il corpo e la mente. Niente eccessi soprattutto durante il giorno, momento in cui dobbiamo essere più performanti». […]