Adriana Logroscino per il “Corriere della Sera”
«In troppi sono ancora senza booster», diceva ieri in un'intervista al Corriere Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità: solo il 10% dei chiamati ha risposto presentandosi dal medico per la vaccinazione. Tantissimi dei non pervenuti risiedono al Sud. Ma non solo.
La percentuale di adesione alla quarta dose, prevista per immunodepressi, fragili e anziani, è infatti sotto il 4 in Calabria, Sicilia, Umbria, Sardegna, Basilicata e Puglia, e sotto il 10 in Molise, Marche, Provincia di Bolzano, Campania, Valle d'Aosta, Veneto, Abruzzo, Friuli Venezia-Giulia, Provincia di Trento e Toscana. Dati che preoccupano in prospettiva, visto che per ora la pandemia è sotto controllo.
Ieri, infatti, per la prima volta da marzo, il totale dei positivi attuali è sceso sotto il milione (998.118). Tuttavia l'avanzata delle varianti in altri Paesi non consentirebbe di sentirsi al riparo: il rischio che il Covid rialzi la testa è concreto. A due velocità La platea di destinatari della quarta dose è composta da 4 milioni e 422 mila italiani.
Comprende gli immunocompromessi, i malati di patologie croniche ultrasessantenni e tutti gli over 80. L'adesione media è piuttosto bassa: 10,7% (474.548 somministrazioni, dato aggiornato a ieri). A livello territoriale, peraltro, le differenze sono macroscopiche.
In testa alla classifica di quarte dosi iniettate c'è il Piemonte con il 22,4%. Seguono l'Emilia-Romagna (19,7%), il Lazio (15,8%), la Liguria (14,7%) e la Lombardia (12,4%). Poi ci sono regioni vicine alla media nazionale. Infine quelle ben al di sotto: Puglia (3,9%), Basilicata e Sardegna (3,7%), Umbria (3,3%), Sicilia (3,1%) e Calabria (2,9%).
Terze dosi Un po' più uniforme il quadro delle terze dosi, per le quali la somministrazione, raccomandata a tutti gli adulti, è però iniziata già il primo dicembre. Ha ricevuto il primo richiamo il 73% della platea, a livello nazionale. Guida la classifica la Lombardia con il 77,1%, seguita dal Lazio con il 76,5%. Alle spalle delle due regioni maggiori ci sono territori che non brillano nella classifica delle quarte dosi: Valle d'Aosta, Puglia, Umbria e Molise, tutte intorno al 75% di copertura. Intorno al dato medio Emilia-Romagna, Toscana, Basilicata, Sardegna, Provincia di Trento, Veneto, Abruzzo, Friuli Venezia-Giulia, Marche e Liguria.
Maglie nere, al di sotto del 70% di copertura, Campania (67,9%), Calabria (66,6%), Provincia autonoma di Bolzano (65,8%) e Sicilia (64,6%). I dati La copertura amplissima raggiunta dalla popolazione nel suo complesso (il 90,2% degli over 12 ha ricevuto almeno due dosi di vaccino) spiega, insieme con l'arrivo della primavera, l'attuale situazione del contagio nel Paese. Ieri i test risultati positivi sono stati 27.162, pari al 13,9% del totale, dato piuttosto stabile negli ultimi giorni (era 13,7% due giorni fa, 14% il giorno prima).
Come ogni domenica, si è toccato il numero più basso di contagiati della settimana. Ma confrontando il dato con quello di otto giorni fa, la discesa di contagi è confermato sia in termini assoluti (i positivi rilevati l'8 maggio erano 30.804) sia percentuali (il tasso di positività era al 15,1%). In calo anche i decessi: ieri 62, cioè 29 in meno del giorno prima e tre in meno di sette giorni fa. Il monitoraggio Anche il report settimanale dell'Istituto superiore di sanità conferma la flessione di tutti gli indicatori che misurano l'andamento della pandemia: l'incidenza scende sotto quota 500 casi su 100 mila abitanti (ora sono 458), l'Rt è stabilmente sotto la soglia epidemica di 1 (0.96), in diminuzione anche i ricoveri.