L’IMMUNOLOGA ANTONELLA VIOLA AFFOSSA IL VACCINO DI “REITHERA” SU CUI INVITALIA INVESTIRA' 81 MILIONI DI EURO: “I POCHI DATI OTTENUTI FINORA, E MOSTRATI SOLO IN CONFERENZA STAMPA, NON SEMBRANO CONVINCENTI. SI FA FATICA A COMPRENDERE COSA SPINGA LA NOSTRA CLASSE DIRIGENTE A MANIFESTARE UN ENTUSIASMO, IN TERMINI DI DICHIARAZIONI E INGENTE IMPEGNO ECONOMICO. C'È POI UN PROBLEMA CHE NESSUNO SEMBRA VOLER VEDERE, A PARTE, OVVIAMENTE, NOI SCIENZIATI GUASTAFESTE…”

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Antonella Viola per “la Stampa”

 

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In un momento così critico per il nostro Paese, tra il rischio di andare dritti verso le elezioni anticipate e l'assenza di un programma serio per utilizzare i milioni dell'Europa previsti dal Recovery Plan, sorprende che diversi politici abbiano sentito la necessità, soprattutto negli ultimi giorni una volta aperta la crisi di governo, di evidenziare l'importanza del vaccino italiano come l'unico strumento possibile per liberarci dal giogo imposto dalle aziende farmaceutiche straniere e uscire così dalla crisi che è stata scatenata dalla pandemia.

 

Certamente, se oggi avessimo la possibilità di produrre un vaccino che avesse terminato la fase III e si fosse dimostrato sicuro ed altamente efficace, avremmo in casa uno strumento che ci permetterebbe di accelerare la campagna di vaccinazione iniziata a stento. Ma, nella realtà, le cose sono ben lontane da questo punto.

Speranza e Antonella Folgore, sviluppatrice del vaccino Reithera Speranza e Antonella Folgore, sviluppatrice del vaccino Reithera

 

La sperimentazione del vaccino di ReiThera, battezzato da alcuni il "vaccino italiano" - nonostante l' azienda italiana sia parte di un consorzio paneuropeo, con l'azienda tedesca Leukocare e la belga Univercells, dedicato proprio allo sviluppo del vaccino - non è in una fase particolarmente entusiasmante.

 

Non solo non siamo in uno stadio avanzato della sperimentazione, ma i pochi dati ottenuti finora, e mostrati solo in conferenza stampa, non sembrano convincenti. Il vaccino, per quello che abbiamo potuto vedere, sembra molto meno efficace di quelli già approvati, non riuscendo a raggiungere il livello di immunizzazione indotto dall' infezione. Si fa quindi davvero fatica a comprendere cosa spinga la nostra classe dirigente a manifestare un entusiasmo, in termini di dichiarazioni e ingente impegno economico, che sembra basato su motivazioni scientifiche tutt'altro che solide, come evidenziato anche da Enrico Bucci.

Vaccino Reithera conferenza-stampa Vaccino Reithera conferenza-stampa

 

C' è poi un problema che nessuno sembra voler vedere, a parte, ovviamente, noi scienziati guastafeste: come potremo organizzare uno studio di Fase III nei prossimi mesi in presenza di vaccini già approvati ed efficaci? In uno studio controllato e randomizzato di Fase III, decine di migliaia di soggetti volontari vengono reclutati per essere divisi in due gruppi: uno di questi riceverà il vaccino di cui non conosciamo l'efficacia e un altro gruppo non riceverà nulla (il gruppo di controllo).

 

Quando un vaccino non esiste, non è difficile trovare dei volontari che si offrano per la sperimentazione: piuttosto che non fare nulla, meglio aiutare la scienza a trovare una cura. Ma come trovare dei volontari in piena epidemia quando un vaccino altamente efficace esiste? Chi sceglierà di rinunciare alla protezione offerta dai vaccini Pfizer e Moderna per aiutare ReiThera a sviluppare il vaccino italiano?

Vaccino Reithera Vaccino Reithera

 

E poi, qualora ci fossero, sarebbe eticamente corretto non vaccinare migliaia di persone ed attendere che sviluppino le centinaia di infezioni richieste per poter concludere la sperimentazione? O non si dovrebbe forse utilizzare come controllo il vaccino approvato ed efficace? Questa sarebbe l' unica scelta eticamente sostenibile; ma allora cosa accadrebbe se il vaccino avesse una minore efficacia?

 

Insomma, i dubbi sono tanti e tali da far apparire questo entusiasmo per il vaccino di ReiThera come un' operazione volta a infondere speranza e fiducia nei cittadini.

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Che però sarebbero senz' altro più rassicurati nel sapere che il denaro pubblico viene speso per operazioni giustificate, coerenti e strategiche.

Reithera Reithera

 

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