Estratto dell'articolo di Danilo di Diodoro per il “Corriere della Sera – Salute”
Chi, come Indiana Jones, non è mai stato minacciato e inseguito, non è sprofondato in una grotta o precipitato in un burrone, non è stato travolto dalle acque o non è stato sfiorato dalle fiamme? In sogno, ovviamente.
Anzi durante un incubo, uno di quei tipici sogni carichi di ansia dai quali ci si risveglia nel cuore della notte con un senso di paura e allarme, ma anche con il sollievo di scoprire che quel terrore era dovuto, appunto, solo a un sogno.
Può consolare sapere che una ricerca pubblicata sulla rivista Dreaming ha dimostrato che a soffrire di incubi sono soprattutto le personalità estroverse, aperte verso gli altri, desiderose di nuove esperienze, curiose e creative. Ma chi risente maggiormente da un punto di vista psicologico degli incubi è invece chi ha una personalità ansiosa e nevrotica.
Secondo gli autori della ricerca, guidati da Fredrik Brekke dell’Università di Oslo, gli estroversi tendono ad aspettarsi esperienze positive e armoniche, così che sono quasi sorpresi dall’esperienza negativa degli incubi; e sono infatti i nevrotici che trovano questi fenomeni particolarmente stressanti, perché contrastano con la loro costante necessità di controllo sulle proprie esperienze.
In ogni caso, di norma, gli incubi non rappresentano una manifestazione patologica, anche se possono diventarla quando sono frequenti e interferiscono con il riposo.
Gli incubi si manifestano soprattutto in periodi di stress, dopo traumi importanti, o anche in relazione all’assunzione di alcuni farmaci. […]
I contenuti
[…] dal punto di vista della definizione, tra un vero incubo e un brutto sogno esiste una differenza: alla fine dell’incubo ci si risveglia sempre, cosa che non accade per un semplice brutto sogno.
Uno studio tedesco ha trovato che in cima alla lista dei temi degli incubi ci sono il precipitare, l’essere inseguiti, il sentirsi paralizzati e anche l’essere in ritardo per un avvenimento o appuntamento importante.
Una ricerca canadese su oltre 250 incubi e oltre 400 brutti sogni ha invece mostrato che aggressioni e conflitti interpersonali sarebbero in cima alla lista, seguiti da fallimenti e situazioni caratterizzate dalla perdita della speranza di potersi salvare, da preoccupazioni per la salute o per altri aspetti della propria integrità.
Secondo il DSM 5, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi psichici, l’elemento essenziale del vero incubo sarebbe comunque la presenza nel sogno di una minaccia nei confronti dell’integrità fisica della sicurezza o della sopravvivenza del sognatore.
E quando gli incubi si presentano con una certa frequenza, sono ben ricordati, causano un risveglio improvviso e non sono dovuti a un qualche problema fisico o psichico o all’assunzione di sostanze, allora secondo il DSM 5 ci sono gli elementi perché rientrino in una diagnosi di Disturbo da incubi. Si tratta di una condizione che può interferire con la qualità non solo del riposo notturno ma anche con la qualità della vita, causando malfunzionamento sociale e lavorativo.
Il momento in cui bisognerebbe andare a dormire viene temuto e ritardato, proprio per il timore del ripresentarsi degli incubi.
[…] nel corso degli incubi si può essere insultati, umiliati e traditi, possono comparire diavoli, mostri, alieni cattivissimi, vampiri, spiriti malvagi, fantasmi, praticamente tutti i personaggi della letteratura dell’orrore.
Molto frequenti i cataclismi naturali, come inondazioni, guerre e terremoti, la perdita di persone care o della capacità di parlare e di esprimersi, e possono comparire anche tutte le creature più immonde, come serpenti, topi, scarafaggi e vermi; si può essere oggetto di violenze sessuali o ci si può trovare nudi in mezzo alla gente senza riuscire a trovare nulla con cui coprirsi.
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Alcuni accorgimenti possono aiutare a ridurre la frequenza degli incubi e in gran parte si tratta degli stessi che tendono a facilitare un buon sonno.
Come indicano Rochelle Zak e Anoop Karippot, è innanzitutto opportuno cercare di evitare, per quanto possibile, gli stati d’animo negativi sia di giorno sia al momento di andare a letto, stando lontani anche da alcol, nicotina e caffeina quando arriva la sera.
Bisognerebbe andare a letto in modo da non avere fame, ma evitando anche cene troppo pesanti. Opportuna poi una sosta al bagno, per evitare stimoli che possano interrompere il sonno o esporre l’organismo a sensazioni sgradevoli che la narrativa del sogno potrebbe inglobare. Altri fattori favorenti sono una routine regolare, una camera silenziosa e non troppo calda, e bandire schermi di tutti i tipi.