Mauro Evangelisti per “il Messaggero”
La soluzione della crisi del coronavirus potrebbe essere il lockdown generazionale, costringere o convincere chi ha più di 80 anni a restare a casa? La domanda è stata rilanciata dopo che Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale, ha pubblicato una analisi in cui spiega: «Sarebbe sufficiente isolare gli ultra 80enni per dimezzare o quasi la mortalità diretta del virus. Se poi riuscissimo a isolare efficacemente gli ultra 60enni, la mortalità scenderebbe allo 0,07%, circa 10 volte inferiore».
Alcuni esperti, però, sono scettici, come il professor Roberto Bernabei, direttore delle Scienze dell' invecchiamento del Policlinico Gemelli di Roma e componente del Cts: «Isolare gli anziani causerebbe più effetti negativi che benefici. Non avrebbero più la possibilità di fare degli screening, di controllare la salute, di fare movimento, magari resterebbero sempre a letto.
Dei danni psicologici neppure voglio parlare, perché sarebbero evidenti. Semmai, i familiari, i figli e i nipoti, devono usare le giuste precauzioni nelle relazioni quotidiane, ma senza esagerare con il terrorismo». Anche il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell' Università degli Studi di Milano è perplesso: «Creare delle bolle per i più anziani è poco realizzabile. Si tratta di una strategia poco praticabile. Piuttosto l' invito agli over 65 è quello di moltiplicare cautela e attenzione, adottando una sorta di auto-lockdown».
I DATI
Cosa dicono i numeri dell' Istituto superiore di sanità? L' età media dei deceduti per Covid-19 è di 80,5 anni. In altri termini: le vittime di questa malattia che hanno meno di 60 anni sono 1.736, il 4,6 per cento. Sempre premesso che comunque in terapia intensiva possono finire anche persone giovani, come successo ad esempio al paziente 1 di Codogno, e che prudenza e cautela vanno mantenute a qualsiasi età, è evidente che Covid-19 uccide maggiormente i più anziani.
LA VIDEOCHIAMATA DI UN ANZIANO MALATO DI CORONAVIRUS AI PARENTI
Aumentando la loro rete di protezione, si andrebbe a diminuire in modo rilevante la mortalità. Nella prima ondata, uno dei punti deboli fu rappresentato dai contagi nelle Rsa e nelle case di riposo, dove, specialmente in Lombardia, molti ospiti morirono, oggi le misure di difesa di queste strutture sono state migliorate, ma nonostante questo anche di recente si sono registrati dei focolai.
Secondo Matteo Villa, ricercatore dell' Ispi «anche in uno scenario di diffusa circolazione virale nella popolazione più giovane, si scenderebbe da un eccesso di mortalità diretta per Covid-19 di 460mila persone senza isolamento, a 120mila (- 74%) se si isolassero gli ultra 70enni e a 43mila (-91%) se si isolassero gli ultra 60enni.
anziana guarisce dal coronavirus a 98 anni-1
È come dire che la mortalità totale, nel corso di un anno solare, in Italia aumenterebbe del 71% senza isolamento, ma solo del 18% con isolamento degli over 70 e appena del 7% con quello degli over 60. È ormai noto che la letalità plausibile del virus cresce esponenzialmente con l' età, uccidendo meno di 5 persone su 10mila nella fascia d' età 30-39 anni, ma oltre 7 persone ogni 100 tra gli ultra 80enni.
Pur con tutti i dubbi etici e le questioni politiche, quella dell' isolamento è una soluzione che crediamo debba essere presa in considerazione da subito, vista la fase grave in cui si trova oggi la pandemia». Il professor Bernabei, però, è in totale disaccordo e s' infiamma: «Attenzione, è vero che questa malattia uccide di più anziani, ma ci sono controindicazioni nel loro isolamento, perché se non li lasciamo uscire di casa vigilano di meno sulla propria salute e non fanno più movimento.
coronavirus ospedale di varese
Consideriamo questa una malattia normale, se arriva la febbre viene curata a casa, se l' ossigeno scende sotto una percentuale significativa, il medico di medicina generale si prende la responsabilità di mandarlo in ospedale. La mia idea è che dobbiamo cominciare a considerare il Covid come una malattia normale.
Condannare gli anziani a restare a casa, non li aiuta». Conclude il professor Pregliasco: «Ora conosciamo bene i soggetti più a rischio in caso di Covid-19, ma da un punto di vista pratico questa misura di protezione è difficile da realizzare. Rinnovo piuttosto a tutti l' appello a evitare assembramenti, indossare la mascherina e curare l' igiene delle mani con attenzione».
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