SI PUO’ LIBERARE UN VACCINO DA UN BREVETTO IN ANTICIPO? L’OMS PREVEDE CHE DURANTE UNA SITUAZIONE D’EMERGENZA I GOVERNI POSSANO ATTUARE TUTTE LE MISURE NECESSARIE PER MIGLIORARE LA FORNITURA DI FARMACI E VACCINI - MA IN MOLTI CASI MANCANO LE RISORSE, COME LE NUOVE TECNOLOGIE IMPIEGATE NELLA PRODUZIONE (E' IL CASO DEI VACCINI RNA) E ALL’INTERNO DEI BREVETTI POTREBBERO MANCARE INFORMAZIONI ESSENZIALI - MA LA VERA PAURA DELLE GRANDI AZIENDE E’...

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Valentina Arcovio per “la Stampa”

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Perché un vaccino viene coperto da un brevetto? Perché il brevetto è il modo con cui si riconosce a un'azienda di avere il monopolio su un farmaco che ha sviluppato e su cui ha investito.

 

Questo significa che l'azienda può produrre, utilizzare e vendere il farmaco senza che nessun altro possa farlo per diversi anni e quindi guadagnare sul prodotto sviluppato. Il brevetto quindi consente all'inventore e al finanziatore di avere la garanzia di poter ottenere in esclusiva un ritorno economico da un investimento, creativo ed economico, fatto in precedenza. 

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La possibilità di farsi riconoscere un brevetto, e quindi una temporanea esclusiva su un'invenzione, è considerata un incentivo importante per favorire l'innovazione. Si può liberare un vaccino da un brevetto in anticipo? Sì, è un'eventualità che viene contemplata. In caso di emergenza, infatti, i governi hanno la possibilità di sospendere temporaneamente il monopolio dato da un brevetto. 

 

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In particolare, la Risoluzione 58.5 dell'Assemblea mondiale della sanità (AMS), l'organo legislativo dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), prevede che durante una pandemia i governi possano attuare tutte le misure necessarie per migliorare la fornitura di farmaci e vaccini, compresa la possibilità di intervenire sull'Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale (TRIPs), lo standard per la gestione della proprietà intellettuale in ambito internazionale. 

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Quindi un governo ha la possibilità di stabilire una licenza obbligatoria, che di fatto libera temporaneamente il prodotto, in questo caso il vaccino, dal brevetto anche senza il consenso di chi lo ha registrato. 

 

Ci sono precedenti? Non ci sono precedenti così eclatanti nella storia recente di iniziative così dirompenti come quella di sospendere i brevetti dei vaccini antiCovid lanciata dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. 

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In passato ci sono state molte battaglie in tal senso, a proposito dei farmaci per la terapia per l'Aids e per quelli contro l'Epatite C. Storica, nel 1997 quella condotta dall'allora presidente del Sudafrica, Nelson Mandela per produrre in proprio i farmaci contro l'Aids. Ma il caso dei vaccini antiCovid è molto più importante di qualunque precedente perché stiamo parlando di un farmaco salva-vita di cui c'è un fabbisogno enorme che riguarda l'intero pianeta. 

 

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Senza brevetti avremmo più dosi dei vaccini? Non è necessariamente così. Perché se anche nessuno possa vietare a un'azienda di produrre un vaccino, il cui brevetto è stato sospeso, non è affatto scontato che riesca effettivamente a farlo. I vaccini antiCovid, specialmente quelli a base di RNA prodotti Pfizer e Moderna, sono nuovi e utilizzano tecnologie sofisticate che non tutte le aziende posseggono. 

 

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Inoltre, il brevetto non è una ricetta che basta seguire per replicare il prodotto. Anzi, all'interno di un brevetto potrebbero non esserci delle informazioni essenziali per la produzione dei vaccini. l5Di cosa hanno paura le aziende che non vogliono rinunciare al brevetto? Sostanzialmente temono di non poter guadagnare. Anche se per il vaccino antiCovid sono stati stanziati numerosi e corposi finanziamenti pubblici. 

 

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Ma la paura più grande delle aziende è quella di creare un precedente che disincentiva grandi investimenti per lo sviluppo di nuovi vaccini o farmaci. Alle incertezze legate alle fasi di sviluppo e sperimentazione, infatti, si andrebbero poi ad aggiungere quelle sul rischio di vedersi sospendere il brevetto. Alcune aziende potrebbero inoltre decidere di non brevettare le loro soluzioni, con il rischio che queste non siano mai pienamente nel pubblico dominio.

 

 

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