Uski Audino per "la Stampa"
Mentre in Europa centrale esplode la quarta ondata di Covid19, la Mitteleuropa si avvia verso un lockdown dei non vaccinati. I margini di manovra dei governi infatti si fanno di ora in ora sempre più limitati. Germania e Slovacchia varano misure per escludere i non vaccinati dall'accesso alla vita pubblica e dove non basta, come in alcuni Laender dell'Austria, si torna al lockdown per tutti.
In Slovenia, dove si registrano i tassi di incidenza di contagio settimanale tra i più alti in Europa (1.102 nuovi contagi ogni 100.000 abitanti) e il tasso di popolazione vaccinata è appena del 54%, il sistema sanitario è allo stremo e l'Italia ha assicurato che invierà personale della sanità militare.
Nelle ultime 24 ore si sono registrati 4.276 nuovi contagi su oltre 10 mila test effettuati, con un tasso di positività pari al 42,6%. Per il momento le autorità sanitarie stimano 46.243 casi attivi su un popolazione di poco più di 2 milioni di abitanti. Ma i numeri potrebbero ancora salire quando verranno calcolati anche i contagi dei bambini delle scuole elementari e medie, che da ieri hanno cominciato i test antigenici rapidi.
In Olanda invece ieri è stato raggiunto per il quarto giorno consecutivo il record assoluto di contagi con 23.680 nuovi casi su una popolazione di 17,4 milioni di abitanti. Ma è nel cuore dell'ex impero Asburgico, in Austria, dove si sta cercando di adeguare più velocemente la risposta alla crescita dell'epidemia. Nel giro di pochi giorni si è passati dal lockdown dei non vaccinati alla decisione di tornare a chiudere tutto nel Land di Salisburgo e in Alta Austria a partire da lunedì.
«Non abbiamo più grandi margini di manovra», ha detto il governatore dell'Alta Austria Thomas Stelzer, aggiungendo che la misura potrà rimanere in vigore per 3-4 settimane. E non è escluso che il lockdown per tutti non possa essere esteso al livello nazionale. Nel paese l'incidenza di contagio settimanale è sopra i 945 nuovi casi su 100.000 abitanti, con oltre 15.000 nuovi casi e 55 vittime solo nella giornata di ieri. Nell'ospedale di Salisburgo i medici si stanno già trovando nella situazione di dove decidere chi salvare.
lockdown per non vaccinati in austria 6
«A partire da ora, alcuni interventi chirurgici di pazienti affetti da carcinoma non possono essere più eseguiti in modo rapido» dice il dottor Friedrich Hoppichler a Der Standard. Inoltre i non vaccinati che entreranno in Austria, sempre a partire da lunedì, dovranno presentare un test Pcr negativo, tranne i pendolari che potranno mostrare anche un test antigenico. Anche la Slovacchia da lunedì imporrà un lockdown dei non vaccinati per tre settimane.
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Solo le persone vaccinate o guarite potranno frequentare ristoranti, centri commerciali, negozi con beni non essenziali, partecipare ad attività sportive e ad eventi pubblici. La Slovacchia, con un'incidenza settimanale di contagio di oltre 815, è uno dei paesi Ue con il più basso tasso di vaccinazione: solo il 42,6% della popolazione è immunizzato. Misura analoga ha varato ieri la Germania dove nel corso della seduta tra Laender e governo federale si sono stabilite delle soglie oltre le quali i non vaccinati saranno esclusi dalla vita pubblica.
Nel caso il tasso di ospedalizzazione dei singoli Laender superi un certo livello di guardia entrerà in vigore la cosiddetta norma del 2G, cioè l'accesso ai luoghi pubblici garantito solo a vaccinati e guariti. Già adesso nella capitale tedesca, come in altri Laender, sono in vigore per ristoranti e manifestazione culturali la regola del 2Gplus, cioè l'accesso consentito solo a chi oltre ad avere il Green Pass presenti un test negativo.
Con il suo nuovo record di contagi - arrivati ad oltre 65.000 in un giorno e un tasso di incidenza settimanale di 336,6 nuove infezioni - relativamente basso rispetto ai vicini della Mitteleuropa - la Germania punta a velocizzare l'immunizazione attraverso la terza dose, possibile dal quinto mese dopo la seconda e consigliata a tutti dai 18 anni in su. Del resto «la situazione è drammatica» ha detto la cancelliera Angela Merkel ed «è assolutamente tempo di agire». Lo stesso appello era arrivato appena 24 ore prima dal presidente del Robert Koch Institut, Lothar Wieler: «Se non cambiamo rotta adesso avremo un Natale terribile».-