Dagotraduzione dal Mailonline
Secondo un nuovo studio dell’Imperial College di Londra, le sostanze psicadeliche che si trovano nei funghi allucinogeni (o funghi magici) sono efficaci quanti un farmaco specifico per curare la depressione.
I ricercatori hanno testato su 59 persone con depressione da moderata a grave, il potenziale terapeutico della psilocibina - presente nei funghi - con quello di un ciclo di sei settimane di antidepressivo Escitalopram. Hanno così scoperto che entrambi i trattamenti portano benefici, ma quelli ottenuti con la psilocibina si sono verificati più rapidamente e sono stati più profondi.
«La psilocibina si è comportata molto bene in questo testa a testa», ha detto il dottor Robin Carhart-Harris, direttore del Center for Psychedelic Research. I pazienti che hanno partecipato allo studio hanno ricevuto una dose orale di psilocibina, poi hanno ascoltato una playlist appositamente studiata, con suoni evocativi e di atmosfera, musica ambient e neoclassici. I volontari sono stati guidati da un team di supporto psicologico.
«L’effetto – ha spiegato David Nutt dell’Imperial College – arriva dopo circa 30-40 minuti e dura in media tre o quattro ore». I pazienti che hanno partecipato alla sperimentazione (in 30 hanno assunto psilocibina) hanno ricevuto una prima dose da 25mg all’inizio, seguita da una seconda (altri 25 mg) tre settimane dopo. La sperimentazione è durata sei settimane, durante le quali i pazienti hanno ricevuto, al netto delle due somministrazioni vere, una dose placebo al giorno. Al gruppo trattato con il farmaco antidepressivo, invece, è stata somministrata una dose al giorno.
Tra i benefici della psilocibina – chiamata Comp360 dal suo sviluppatore, la società di assistenza sanitaria Compass Pathways - i medici hanno osservato: una migliore capacità di provare piacere ed esprimere emozioni, una notevole riduzione degli stati d’ansia e delle inclinazioni suicida e una maggiore sensazione di benessere».
Nonostante i risultati, gli scienziati hanno sottolineato che per avere valore statistico lo studio dovrebbe essere ampliato sia come numero di pazienti che come arco temporale. «Abbiamo bisogno di molti più dati prima che questi trattamenti possano essere considerati pronti per l'uso al di fuori di studi di ricerca attentamente controllati. In particolare, non sappiamo ancora quali tipi di pazienti e quali tipi di depressione possono essere più adatti per i trattamenti psichedelici, né per quanto tempo durano i benefici».
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