Fabrizio Barbuto per “Libero quotidiano”
Fanciulle, qualora vi mettiate a dieta in concomitanza al partner, non usate i suoi progressi quale termine di paragone, rischiereste di demotivarvi tanto da mollare: le donne dimagriscono più lentamente degli uomini, e a confermarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Diabetes, Obesity and Metabolism.
L' indagine - condotta da un team di ricercatori di diverse università di Europa ed Oceania - ha analizzato i progressi di 2.224 adulti in condizioni di deficit calorico. I volontari, tutti sovrappeso ed in stato di prediabete, si sono attenuti ad un regime alimentare di sole 800 kcal al dì per otto settimane, nutrendosi di pietanze non processate quali verdure, pomodori, cetrioli, frullati, zuppe e lattuga.
Terminato questo periodo, gli specialisti hanno riscontrato un dimagrimento qualitativamente migliore negli esaminati di sesso maschile, il cui calo di peso si accompagnava ad una maggiore perdita di grasso (a beneficio del muscolo) e ad una buona riduzione della frequenza cardiaca.
Nelle donzelle, la dieta, si era invece resa motivo di una leggera deplezione muscolare, di riduzione del colesterolo HLD (colesterolo buono) e di perdita della densità minerale ossea. In termini di peso, i maschi avevano perso l' equivalente di 12 chili, le femmine di 10. Entrambi manifestavano però i segni di una stabilizzazione glicemica, con conseguente guarigione da diabete tipo 2.
Come si spiega tutto questo? La risposta è nella genetica, la quale ha predisposto la fanciulla alla preservazione della massa grassa per ragioni di sopravvivenza: ella è deputata alla prosecuzione della specie; gestazione, parto, allattamento e crescita sono mansioni che richiedono un dispendio energetico notevole.
Il metabolismo basale della donzella, pertanto, è rallentanto affinché ella versi sempre nelle condizioni favorevoli ad assolvere al suo ruolo procreatore, attingendo a riserve a lento rilascio.
La tendenza della donzella, per di più, è ad accumulare tessuto adiposo sottocutaneo, il cui smaltimento non determina l' accelerazione dei processi metabolici. L' uomo, al contrario, immagazzina grasso viscerale, ed il corpo, liberandosene, affina la sua capacità di bruciare calorie, con risultati migliori anche esteticamente: l' adipe sottopelle si rende motivo di imperfezioni sulle quali è dura intervenire con la sola dieta, e questa è anche la ragione per la quale culotte de cheval, glutei paffuti e cosce rotonde sono inestetismi pressoché femminili.
Ma vi sono altre ragioni utili a motivare la ricerca summenzionata: l' uomo ha una massa muscolare maggiore, ed essa, essendo tessuto attivo, esige di essere sostentata attraverso le calorie introdotte con l' alimentazione, a beneficio di un metabolismo più attivo ed efficiente.
La donna, invece, ha più grasso che muscoli, va da sé che, a parità di introito calorico, bruci meno calorie del maschio, il quale, dalla sua, ha anche una superficie corporea più estesa, può quindi rilasciare più calore e bruciare gli acidi grassi prima che vengano stoccati negli adipociti (cellule adipose). E degli ormoni vogliamo parlarne? Gli estrogeni promuovono l' accumulo di adipe, il testosterone il suo smaltimento.
Insomma, il traguardo di una scattante silhouette è appannaggio di entrambi i sessi.
A variare sono solo i tempi della sua conquista.
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