Fabio Savelli per il "Corriere della Sera"
Negli Usa si stanno interrogando da anni. Complice l' andamento della pandemia il tema è divenuto centrale nel dibattito pubblico molto più che da noi. Ci sono studi che ipotizzano che almeno due milioni di persone all' anno, solo in Nord America, si recano in ospedale per una patologia e ne escono con un' infezione. Colpa della qualità dell' aria. A cui i filtri in uso nelle strutture non riescono davvero ad azzerare il problema. C' è però un' azienda italiana (e un ingegnere) da trent' anni nella tecnologia laser che ha appena ideato un brevetto che potrebbe tramutarsi in una killer application globale.
L' idea (geniale) è quella di usare un laser (quindi la luce) per pulire e sterilizzare l' aria.Soluzione sostenibile ed ecologica. Mai fatta prima. Lo sviluppo del progetto ( e dei relativi test) è iniziato più di un anno fa quando la comunità scientifica non aveva posto sufficiente attenzione al rischio associato alle contaminazioni. Lui, l' ingegnere Francesco Zanata, invece ci crede da sempre. Ideatore di un' azienda da anni attiva nel campo dei laser per dispositivi medici, al deflagrare della pandemia ha pensato che era giunto il momento. «Nel settore della disinfezione dell' ambiente tutti i test si basano su filtri Epa. Nella maggioranza dei casi non vengono sostituiti correttamente al termine del loro utilizzo», spiega Zanata.
Non c' è alcuna prova chiara di eliminazione della carica virale o batterica patogena. Per questo ha contattato il centro di ricerca triestino Icgeb (International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology) che ha l' infrastruttura per generare batteri e virus patogeni e dimostrare scientificamente se questo strumento annienta la carica virale. «Coltiviamo Hiv, Dengue, abbiamo sequenziato il Covid. Siamo un centro internazionale al lavoro sulle varianti africane e indiane», rileva la dottoressa Serena Zacchigna. Il connubio tra le due ha portato al brevetto del Kair-Laser che potrà essere prodotto e commercializzato dalla prima metà del 2022. Creando la prima macchina che permette di testare l' efficacia del laser sulle cariche virali presenti sull' aerosol.
È attesa a breve la pubblicazione scientifica alla base di questi studi firmata da entrambe le parti. Ad ospitarla sarà una delle riviste che si occupa di tecnologie fotoniche per la luce laser. Ma Science ha già pubblicato diversi studi sulla purificazione dell' aria per combattere il Covid.
Le immense potenzialità, che sarebbero state già vagliate dalla tedesca Eco-Log interessata al progetto, risiedono nel fatto che il laser è in grado di agire in un tempo minore di 50 millesimi di secondo.
«Neutralizzando più facilmente il virus nell' aria scambiato tra le persone per via orale prima che venga trasmesso», spiega Zanata. I tedeschi hanno appena chiesto la validazione al Politecnico di Milano per mettere a terra l' investimento realizzando i primi prototipi. Se desse esito positivo le economie di scala potrebbero rendere il prodotto diffuso ovunque.