Melania Rizzoli per "Libero quotidiano"
Il cancro dell'utero è diventato una malattia rara grazie alla Vaccinazione HPV (Human Papilloma Virus), non obbligatoria, consigliata e somministrata dal 2006 alle ragazze e ragazzi tra i 12 e i 16 anni gratuitamente dal servizio sanitario nazionale, e i risultati epidemiologici di tale vaccinazione mostrano tutto il potere della scienza, poiché sono la prima prova diretta e mondiale della capacità di un vaccino di prevenire e debellare il cancro, quello genitale e orale causato dal Papilloma Virus.
L'infezione da Papilloma Virus è in assoluto la più frequente infezione sessuale trasmessa tra uomini e donne, e questo agente virale è classificato come il secondo patogeno responsabile di cancro nel mondo, in quanto può causare tumori maligni in tutte le zone interessate durante un rapporto sessuale, dove il virus attecchisce e va ad insediarsi e a proliferare con la sua azione maligna in ambiente protetto caldo-umido, dalla cervice uterina, alla vagina, alla vulva, all'ano e al pene, fino alla cavità orale, al faringe e laringe. Il Papilloma Virus nelle stesse sedi naturalmente causa inizialmente lesioni benigne, come displasie, verruche e condilomi genitali, che però se non vengono curate adeguatamente, negli anni possono trasformarsi, malignizzare e dare origine a carcinomi spesso letali, la cui causa necessaria per svilupparsi è appunto la presenza e persistenza dell'infezione del temibile Hpv.
Melania Rizzoli foto di bacco (3)
ASSENZA DI SINTOMI Quando si contrae sessualmente tale patologia, l'assoluta assenza di sintomi iniziali ne favorisce la diffusione con i vari partner, perché la maggior parte degli individui affetti non è a conoscenza del processo infettivo in corso, e nonostante parte delle infezioni regredisca spontaneamente, nei molti casi di persistenza e cronicizzazione, la stessa evolve negli anni in lesione prima pre-cancerosa, per poi diventare carcinoide. Un poderoso studio scientifico, pubblicato sul Lancet il mese scorso, ha riscontrato un calo del 97% delle lesioni precancerose delle cellule nelle ragazze vaccinate in Inghilterra in età puberale, le quali, una volta intrapresa l'attività sessuale, pur essendo venute a contatto con il Papilloma Virus non hanno sviluppato lesioni neoplastiche, nemmeno con i ceppi virali ritenuti ad 'alto rischio', proprio grazie alla protezione vaccinale.
Meno vigoroso risulta invece il calo delle lesioni cancerose più pericolose delle prime vie respiratorie, laringe e farine, e del cavo orale, ove l'infezione si trasmette attraverso il sesso orale, ovvero tra il contatto tra mucose e genitali, e tale fenomeno è attribuibile al fatto che gli adolescenti di sesso maschile sono più restii a sottoporsi alla vaccinazione, soprattutto in Italia, nonostante sia dimostrato che sono gli uomini, in numero enormemente maggiore, generalmente ignari dell'infezione poiché asintomatici, e non vaccinati, a diffondere il virus alle loro partner.
DIAGNOSI CLINICA La diagnosi clinica della presenza dell'infezione da HPV viene eseguita attraverso l'esecuzione del Pap Test, con biopsie mirate a mucose genitali ( colposcopia) e bronchiali (laringoscopia), gli unici esami che permettono di confermare l'insediamento nelle mucose dei vari ceppi virali e di testarne la pericolosità in termini evolutivi, per poi valutate l'eventualità di asportazioni parziali o totali dei tessuti interessati dal processo neoplastico.
Fortunatamente l'infezione da Hpv spesso non è evolutiva verso lo stadio tumorale, ma l'attenzione dei medici è sempre alta verso questo virus capace di sviluppare neoplasie evitabili anche letali. Scrivo oggi questo articolo per sensibilizzare e fidelizzare la popolazione ancora scettica nei confronti dei vaccini a mRna, come quelli attualmente in uso contro il Covid19, poiché queste meravigliose molecole recentemente sintetizzate, nei prossimi cinque-dieci anni, porteranno a un cambio di paradigma non solo contro le malattie infettive che provocano il cancro, ma permetteranno di sviluppare veri e propri Vaccini anti-Cancro addirittura personalizzati sul singolo paziente e sulla singola neoplasia, a partire dalle caratteristiche di ogni tumore maligno, e quando saranno a disposizione sul mercato i pazienti dovranno aspettare solo un mese per la consegna del loro specifico vaccino salvavita.
La Pfizer-BioNTech ha recentemente annunciato di aver pronta la versione anticancro del vaccino antiCovid, anzi di avere ben 15 vaccini mRna anticancro in fase di test clinici, il più avanzato dei quali è quello contro il temibile melanoma, che riconosce le cellule cancerose distruggendole a cascata, ed uno che sembra ottimale per il carcinoma del colon-retto, e dai risultati pubblicati sembrano specifici anche per prevenire la ricorrenza e le recidive dei tumori maligni. E lo slogan che l'azienda farmaceutica diffonderà per il lancio sul mercato internazionale degli innovativi vaccini nei cancro, affidato a Ugur Sahin, cofondatore della BioNTech, sarà: «Si incomincia a salvare il mondo salvando un uomo alla volta».
Durante la pandemia da Covid19 gli scienziati internazionali hanno infatti compreso l'enorme potenzialità che c'era, grazie all'Rna Messaggero, di fornire informazioni direttamente alle cellule immunitarie, codificandole per poi lasciare che il sistema immunitario faccia quello che sa fare meglio, ovvero proteggere il nostro corpo dalle minacce infettive, infiammatorie e tumorali, e questa pandemia è stata per la scienza il battesimo di fuoco per questa incredibile tecnologia bio-ingegneristica che salverà milioni di persone del mondo dalla malattia del secolo, il cancro appunto. E salverà forse anche coloro che ad oggi ancora sbraitano ignorantemente e ignobilmente contro il salvifico e benedetto vaccino mRna antiCovid.
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