Antonella Viola ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera in cui ha condiviso su tutta la linea le decisioni e le intenzioni del governo presieduto da Mario Draghi, che sta valutando di estendere sempre di più l’obbligo del Green Pass.
“Una questione di civiltà”, l’ha definita l’immunologa, che però si è detta “assolutamente contraria all’obbligo per i ragazzi in età scolastica e per i lavoratori”.
“Se un bambino ha un genitore che non vuole vaccinarlo, non è giusto togliergli il diritto di andare a scuola”, ha spiegato la Viola, che poi ha affrontato il tema spinoso dei lavoratori: “In questo caso c’è effettivamente un problema di tipo giuridico da gestire. Dire che serve il Green Pass per andare a lavorare, equivale a porre l’obbligo di vaccino, perché nessuno può permettersi di non lavorare. Quindi o si impone l’obbligo di vaccino, parlando di questione di interesse pubblico, con tutte le questioni giuridiche che ne derivano, o si lascia perdere”.
Per quanto riguarda invece la situazione epidemiologica attuale e le possibili ripercussioni sul futuro a breve termine, l’immunologa non è convinta che la terza dose sia necessaria: “L’ente che ha avuto più polso della situazione è il Cdc statunitense. Ora sta dicendo che non ci sono dati a supporto del fatto che oggi serva una terza dose. Io condivido in pieno. Al momento le persone vaccinate sono protette dalla malattia anche nel caso di infezione da variante Delta. Naturalmente continuiamo a monitorare la situazione e, se dovessimo accorgerci che un richiamo sarà necessario, valuteremo a chi servirà”.
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