Fabio Di Todaro per www.lastampa.it
Due salvataggi in uno: prima quello di una vita pronta a sbocciare, poi quello della mamma che l’ha messa al mondo pur «ospitando» un’enorme massa tumorale all’interno dell’utero. Nonostante le difficili premesse, s’è conclusa con il lieto fine la gravidanza portata avanti da una donna di 38 anni, affetta da un fibroma uterino (tumore benigno) di dimensioni mai registrate prima: 35 centimetri di diametro per 15 chili di peso, all’incirca quelle di un cocomero.
Una massa cinque volte superiore a quella del bambino, nato all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno: tre chili per 50 centimetri, le sue condizioni non hanno mai destato preoccupazione. Nemmeno il tempo di attaccare il fiocco azzurro alla porta del reparto di ginecologia e alla donna era già stata asportata pure la massa tumorale, scoperta casualmente nel corso di una normale visita ginecologica effettuata durante la gravidanza. I due protagonisti di questa storia stanno bene, dopo l’intervento che ha richiamato in sala operatoria tre ginecologi (Mario Polichetti, Raffaele Petta, Joseph Allegro), un’ anestesista (Miriam Giudice) e due ostetriche (Luciana Verlezza e Angela Lombardi).
Il fibroma non aveva complicato in modo grave la gestazione, conclusa alla 37esima settimana. Ma ciò non toglie che lo scenario clinico fosse piuttosto complesso: in ragione della concomitanza tra la gestazione e la presenza di una massa tumorale di dimensioni rilevanti. L’equipe - balzata agli onori delle cronache nelle scorse settimane per aver fatto partorire una donna di 55 anni a cui erano stati asportati diversi fibromi in laparoscopia - ha prima deciso di portare avanti la gravidanza fino all’ultima fase, in modo da non porre a rischio la salute del feto. Dopodiché ha organizzato il parto cesareo: necessario, in ragione del rischio (aumentato, rispetto alla norma) di rottura dell’utero. Infine, immediatamente a seguire, gli specialisti hanno provveduto a effettuare un’isterectomia (asportazione dell’utero) per rimuovere la massa voluminosa.
Il tutto, in quasi tre ore: il tempo necessario per salvare due vite e portare la medicina italiana in copertina, anche all’estero. In letteratura si ritrova infatti un solo precedente analogo, descritto in India nel 2014. In quel caso, però, la massa asportata era di oltre un chilo inferiore. E a sottoporsi all’intervento fu una donna di 52 anni, che non era in gravidanza.