TUTTI CASA, SMART WORKING E BOTULINO - COME MAI DURANTE I LOCKDOWN SONO AUMENTATI I RITOCCHINI DI CHIRURGIA ESTETICA? PERCHE’ LA GENTE PER COLPA DELLE VIDEO CALL SI GUARDA DI PIU’ AL COMPUTER E SI VEDE PER QUELLA CHE E’ - E COSI’ SI REGISTRA UN GROSSO INCREMENTO DI INTERVENTI POCO INVASIVI, SOPRATTUTTO AL VOLTO E ALLE PALPEBRE - VIDEO

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CORONAVIRUS, LA PANDEMIA SPINGE LA CHIRURGIA ESTETICA

Andrea Lattanzi per www.repubblica.it

 

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"Col lockdown di marzo ho cominciato a lavorare in smart working e guardandomi al computer ho cominciato a percepire i miei difetti". La testimonianza di Federica, life coach di Bergamo, ci aiuta a capire perché il mercato della chirurgia estetica e plastica sembri non conoscere la crisi scatenata dalla pandemia e perché questa particolarità potrebbe derivare dalla pandemia stessa.

 

"Un po' com'era successo per il boom dei selfie - spiega il chirurgo milanese Valeriano Vinci - con le conference call siamo costretti a vedere molto spesso la nostra immagine nel rettangolo degli schermi. E le telecamere possono deformare il viso. Di qui la necessità, anche per reazione al periodo che viviamo, di rivolgersi a uno specialista".

 

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L'effetto portato dallo smart working, però, non sarebbe solo psicologico, ma anche pratico. "Molte delle mie pazienti recenti - dice Daniele Fasano, presidente del congresso 2021 della Sicpre - mi hanno detto che gestire una degenza da casa permette di non dover giustificare la propria mobilità e consente al tempo stesso di lavorare".

 

Inizialmente gli addetti ai lavori avevano pensato a un rimbalzo dovuto alle riaperture, ma dopo sette mesi iniziano a parlare di trend. "Nel mio caso registro un aumento significativo degli interventi poco invasivi, soprattutto al volto e alle palpebre", racconta Franco Perego, docente presso la Scuola di Chirurgia Plastica dell'università di Padova. "Le persone chiuse in casa si guardano di più e interiorizzano maggiormente i loro problemi. Per questo poi si rivolgono a noi".

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