Mario Tozzi per “la Stampa”
Sulla Terra i "regni" sono ormai quattro: oltre a quello minerale, quello vegetale e quello animale, dobbiamo aggiungere il regno dei materiali prodotti dai sapiens quasi esclusivamente negli ultimi diecimila anni. Un quarto regno che potremmo battezzare come "artificiale" perché creato dall'uomo ricombinando e trasformando i materiali naturali, i composti e gli elementi. Il 2020 è l'anno del sorpasso: il regno dei materiali messi in campo e cumulati dai sapiens assomma a 1.100 miliardi di tonnellate, mentre l'insieme della massa dei viventi animali e vegetali (la biomassa complessiva) si ferma a 1.000.
Il dato pubblicato su Nature dall'Istituto israeliano per le Scienze tiene conto anche del fatto che, oltre a costruire e occupare superficie naturale, gli uomini hanno contemporaneamente distrutto boschi, foreste e praterie, sottraendo biomassa. Varrà appena la pena di premettere che non c'è alcun fondamento scientifico o di senso in quella antica distinzione in regni inventata da Linneo e che ci sono milioni di viventi che non possono essere considerati né animali né vegetali. E il regno artificiale non sfugge a questa logica, visto che esistono già in mare forme di vita miste di fitoplancton e microplastiche.
Ma come è stato possibile passare dai circa 2.000 miliardi di tonnellate di diecimila anni fa ai 1.000 contemporanei? Tutto è iniziato con il cambiamento di uso del suolo messo in opera dall'adozione dell'agricoltura, la prima vera arma di distruzione di massa degli ecosistemi terrestri. Poi sono arrivate le attività industriali, quelle commerciali, le infrastrutture e le macchine (compresi i veicoli che ormai sono miliardi). E la maggior parte del regno artificiale si è costituito dall'inizio del XX secolo, cioè negli ultimi cento anni: a inizio secolo esso assommava solo al 3% dei regni naturali viventi. Un'accelerazione eccezionale. Composta soprattutto da edifici e strade, in secondo luogo da materie plastiche e macchinari di ogni tipo. Asfalto e cemento sono stati i principali catalizzatori, insieme alla plastica. Senza contare che è stata computata solo la frazione secca di questi materiali: qualche sorpresa, non è chiaro a vantaggio di quale regno, potrebbe venire dal calcolo della frazione umida che i ricercatori hanno per il momento escluso.
Una gran parte del regno artificiale è, e sarà, inevitabilmente composta da rifiuti.* E Homo sapiens è l'unico vivente in grado di produrre beni e materiali non esistenti in natura e che non possono essere ricondotti nei cicli naturali di riciclaggio del pianeta in tempi alla scala dei viventi. A partire dalle materie plastiche. Come nel magnifico film della Disney Wall-E (2008), ci aspetta un mondo in cui saremo trasformati in pupazzi grassottelli e esanimi incapaci di qualsiasi movimento e sommersi dai rifiuti? Forse no, ma nemmeno Covid-19 è riuscita a farci rientrare nel nostro ruolo naturale, quando, da un punto di vista numerico e dei volumi o dei pesi, non ci sarebbe partita: virus, batteri e microbi in generale costituivano, prima di questi dati, la massa critica della Terra, in gara con piante e insetti, non certo con i mammiferi, per il dominio ponderale del mondo.
Se tutti noi sapiens salissimo su un'enorme bilancia, il nostro peso combinato (espresso in carbonio) sarebbe meno di un millesimo di quello di tutti i microrganismi della Terra. In questo quadro ai microbi seguono le "minoranze": il regno animale assomma due gigaton di carbonio, con una netta prevalenza degli animali marini sui terrestri, mentre i virus totalizzano solo 0,2 gigaton. La biomassa dei virus è dunque poco più di un tremillesimo della biomassa totale. Sembra trascurabile, eppure l'umanità, oggi 7,7 miliardi di sapiens, rappresenta solo un novemillesimo della biomassa planetaria e contiene appena un terzo del carbonio complessivo dei virus. Trova così pieno significato il termine Antropocene coniato per questo periodo geologico. I segni antropici intaccano indelebilmente la biosfera, dopo aver lasciato il segno in atmosfera, idrosfera e litosfera. E non mancano i paradossi: in questo quadro, la biomassa degli animali di allevamento è il doppio di quella degli umani che li allevano per nutrirsi della loro carne. In che regno dovremmo annoverarli?