Mauro Evangelisti per "il Messaggero"
C'è anche un caso di variante indiana tra i positivi trovati sul volo atterrato a Fiumicino mercoledì scorso proveniente da New Delhi. In queste ore si stanno completando i sequenziamenti (una tecnica di ricerca complicata che richiede comunque diversi giorni) eseguiti allo Spallanzani di Roma e che riguardano la maggioranza dei contagiati (23 compreso il comandante) del volo di Air India. L'esito sarà noto solo oggi, anche se gli esperti ritengono altamente probabile la presenza della variante indiana.
Ma per una piccola parte, almeno cinque, l'approfondimento è avvenuto nel laboratorio all'avanguardia dell'ospedale militare Celio. Dai primi riscontri trasmessi al Ministero della Salute emerge che almeno un caso corrisponde con la variante indiana, un secondo con la variante inglese.
SCENARIO Nulla di sorprendente visto che l'aereo era partito da New Delhi, capitale di un Paese falcidiato dal coronavirus, con 400mila contagi al giorno, in cui variante inglese e variante indiana sono rappresentate entrambe in modo molto consistente. Ciò che ha fatto scattare il campanello d'allarme nella storia dell'aereo giunto mercoledì non è solo la percentuale molto alta di positivi, il 9 per cento dei passeggeri. C'è da capire come sia possibile che, nonostante fosse obbligatorio presentare un certificato di negatività prima dell'imbarco, in tanti a Fiumicino siano risultati infetti.
Alcuni dei passeggeri hanno raccontato di avere acquistato quei certificati falsi al mercato nero. E i media indiani parlano di inchieste giudiziarie sul commercio di esiti di tamponi mai eseguiti. Ad oggi non ci sono studi che confermino una maggiore pericolosità della variante indiana; la peculiarità di quanto sta avvenendo in India, con un contagio esploso a causa di enormi raduni religiosi ma anche per la campagna elettorale, rende difficile avere un quadro preciso. Ieri in un giorno sono stati registrati 3.689 morti, un dato altissimo anche per un Paese con quasi 1,4 miliardi di abitanti, visto che secondo molti osservatori i decessi ufficiali per Covid rappresentano solo una parte del numero reale.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, la settimana scorsa ha firmato due ordinanze per fermare gli arrivi dall'India in Italia.
La prima (quella in vigore quando è atterrato il volo di mercoledì scorso) consentiva il rientro a chi ha qui la residenza, la seconda invece limita la possibilità di tornare solo a chi ha la cittadinanza italiana. Per mercoledì a Fiumicino è atteso un nuovo volo di Air India, altri sono probabili nei giorni successivi. A Orio al Serio (Bergamo) oggi atterrerà un Airbus 330 della compagnia charter HiFly, che vola per conto dell'indiana SpiceJet, proveniente da Amistar (Punjab). Sono attesi 150 passeggeri residenti in Italia che dovranno mostrare l'esito del tampone. Saranno a loro volta sottoposti a un nuovo test e comunque dovranno restare altri 14 giorni nei Covid hotel. Ci sono però due problemi: prima delle ordinanze in Italia sono rientrate centinaia di persone dall'India, in teoria devono mettersi in isolamento domiciliare, ma nessuno ha gli elenchi e quindi tutto dipende dal senso di responsabilità del singolo.
Inoltre, anche oggi il rischio che con una triangolazione qualcuno riesca a raggiungere il nostro Paese dopo essere partito dall'India è solido. Intanto, è ancora bloccata in India Simonetta Filippini, la donna della provincia di Firenze, che si trova a New Delhi insieme al marito. La coppia ha adottato una bimba, ma al momento di salire in aereo per tornare in Italia il tampone della donna è risultato positivo. Simonetta Filippini è ancora in ospedale, la febbre è passata ma non sta bene. «Ho svenimenti e mal di testa» racconta. Non può tornare su un aereo di linea, perché ancora positiva, e chiede allo Stato italiano di organizzare un volo sanitario: «Qui è una ecatombe».
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