CORONAVIRUS, MODERNA: VACCINO EFFICACE AL 94,5%
(LaPresse/AP) - L'azienda statunitense di biotecnologie Moderna ha annunciato che il suo vaccino contro il coronavirus ha un'efficacia del 94,5%, stando ai dati preliminari ricavati dallo studio ancora in corso.
LA CORSA DEI VACCINI: PFIZER È IN TESTA, MA VINCERÀ OXFORD
Vittorio Sabadin per www.lastampa.it
Tutti prenotano e aspettano il vaccino di Pfizer-BioNTech, ma può darsi che sia quello allo studio di Oxford-Zeneca, alla fine, a vincere la gara come prodotto più economico e più affidabile. Oxford ha promesso di concludere i test entro poche settimane e tutto lascia pensare che i risultati saranno positivi. C’è bisogno di molti vaccini, perché nessun produttore da solo riuscirà a soddisfare la domanda, ma anche perché il vaccino proposto da Pfizer è troppo complicato e costoso da distribuire.
quartier generale pfizer a new york
Basato su una tecnologia innovativa, adottata anche da Curevac e da Moderna, il vaccino di Pfizer somministra il Rna messaggero che provoca la reazione del sistema immunitario contro le proteine “spike” che agganciano il virus alle cellule. Il materiale genetico contenuto in questo vaccino deve essere trasportato e conservato a una temperatura glaciale, - 70°, ottenibile solo con particolari frigoriferi dei quali la maggior parte degli ospedali e delle case di cura non è al momento dotata. Inoltre, il vaccino Pfifer ha bisogno di essere somministrato due volte nell’arco di quattro settimane, cosa che complica la logistica e la distribuzione.
Il professor Jonathan Stoye, virologo presso il centro di ricerca biomedica Francis Crick di Londra, ha confermato all’Independent che ci sono “almeno due inconvenienti” per il vaccino Pfizer. “Il primo è che richiede due iniezioni per essere pienamente efficace e il secondo è che deve essere conservato a -70 gradi. La somministrazione del vaccino sarà molto complessa per molti destinatari, in particolare nei paesi che hanno un clima caldo e dispongono di catene del freddo meno sviluppate. Ci sono quindi tutte le ragioni per continuare la ricerca di nuovi vaccini, in particolare quelli che richiedono una sola dose, che possono essere distribuiti in polvere e ricostituiti prima dell'uso”.
Il vaccino di Oxford-AstraZeneca è basato su un adenovirus (il virus del raffreddore degli scimpanzé) il cui patrimonio genetico è sostituito con la proteina Spike prodotta chimicamente in laboratorio. Iniettata nel sangue, la proteina stimola la produzione di anticorpi e previene lo sviluppo del Covid-19.
A differenza del vaccino Pfizer, quello di Oxford può essere però conservato a temperature tra i 2 e gli 8 gradi e ha bisogno di una sola somministrazione. Non si conoscono ancora i costi di una singola dose, ma si stima che il Pfizer possa essere venduto a circa 35 euro. Molto più basso il costo dell’Oxford, che si aggira intorno ai 4-5 euro.
ADRIAN HILL - IL PROFESSORE CHE GUIDA LA SPERIMENTAIZONE DEL VACCINO DI OXFORD
In questo giorni l’Unione Europea e i governi del mondo stanno prenotando milioni di dosi di vaccini di vario tipo anche da aziende che non hanno ancora annunciato di averlo sperimentato con successo e di essere pronte alla produzione. Si firmano assegni in bianco nella speranza di poter soddisfare le necessità della popolazione e ci si prepara: la Germania ha già predisposto decine di congelatori sparsi per il territorio e ha invitato ogni Lander a elaborare un piano di vaccinazioni. I responsabili delle regioni collaborano con il governo e pensano a cosa fare domani, invece di litigare su quello che avrebbero dovuto fare ieri, come avviene tristemente in Italia.
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