1- DOPO AVER FATTO I CONTI CON BERLUSCONI, PAPÀ CARLETTO DOVRÀ FARE I CONTI CON IL FIGLIO RODOLFO, CHE DAL 2009 HA PRESO IN MANO LE REDINI DELLA CIR E CONSIDERA L’EDITORIA UN’ARMA UTILE MA NON FINO AL PUNTO DI SVENARSI PER SEGUIRE PROGETTI POLITICI E SOGNI TV (VEDI L'IPOTESI LA7) DEL 77ENNE PADRE-PADRONE - 2- IL CAVALIERE DOVRÀ SCUCIRE DALLE SUE TASCHE 335 MILIONI MENTRE I FIGLI MARINA E PIERSILVIO PERDERANNO QUALCOSA INTORNO A 43 MILIONI CIASCUNO. LA SENTENZA VA ADDOSSO ANCHE AI TRE FIGLI DI VERONICA CIASCUNO DEI QUALI PERDERÀ 37,5 MILIONI - 3- PERRICONE IN AMBASCE: LA PERDITA DEL SUO PROCONSOLE IN TERRA SPAGNOLA POTREBBE APPESANTIRE I CONTI DELLA CONTROLLATA UNEDISA: BUCO DI 10,4 MILIONI - 4- TRA I SOCI IMPORTANTI DI GENERALI FORTI PERPLESSITÀ SULL’OPERAZIONE CHE PERISSIROTTO VORREBBE CHIUDERE PRIMA DELLA PAUSA ESTIVA CON LA BANCA RUSSA VTB -

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1- DOPO AVER FATTO I CONTI CON BERLUSCONI, PAPÀ CARLETTO DOVRÀ FARE I CONTI CON IL FIGLIO RODOLFO
Chi li conosce da molti anni sostiene che sabato notte Carletto De Benedetti e il suo arcinemico Berlusconi hanno trascorso le ore con gli occhi sbarrati.

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L'insonnia non è stata provocata dalla vecchiaia che avanza, ma dall'attività cerebrale che i due personaggi hanno profuso nel calcolare fino all'ultimo centesimo i guadagni e le perdite provocati dalla sentenza del Lodo Mondadori.

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Deve essere stato un lavoro molto intenso perché Berlusconi, chiuso nella sua villa in Sardegna, ieri non ha fatto nemmeno una telefonata alla convention del Pdl e ha snobbato il matrimonio di Renatino Brunetta. Così è toccato al povero Paolino Bonaiuti, che sabato aveva trascorso la giornata allo stabilimento Mastino di Fregene giocando a carte con il pescatore Maurizio, di farsi interprete davanti ai maggiorenti del Pdl dello sdegno per la "rapina" di 560 milioni.

CARLO DEBENEDETTI E IL FIGLIO RODOLFOCARLO DEBENEDETTI E IL FIGLIO RODOLFO

Sarebbe davvero curioso sapere se per caso nelle stesse ore Carletto si trovava anche lui in Sardegna insieme alla moglie Silvia, magari a pochi chilometri dal bunker della Certosa. Resta il fatto che dopo una notte insonne i due protagonisti della guerra di Segrate hanno trovato su qualche giornale il calcolo finanziario delle perdite e dei guadagni.

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Il conteggio più preciso è stato del quotidiano "La Stampa" che ha spiegato come dopo l'esecuzione della sentenza il Cavaliere dovrà scucire dalle sue tasche 335 milioni mentre i figli Marina e Piersilvio che detengono il 7,65% di Fininvest perderanno qualcosa intorno a 43 milioni ciascuno. La sentenza va addosso anche ai tre figli di Veronica (Barbara, Eleonora, Luigi) ciascuno dei quali perderà 37,5 milioni.

Se sono vere le stupide classifiche di "Forbes" sui miliardari, per il Cavaliere e la sua prole questo sangue da versare non comprometterà il patrimonio, e comunque in prima istanza saranno le quattro banche che hanno prestato la fidejussione (Intesa, Unicredit, Mps, Popolare di Sondrio) a versare i quattrini nelle casse dell'Ingegnere.

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Successivamente gli istituti potrebbero erogare a papi-Silvio e ai figlioletti un prestito da restituire con comodo e a tassi molto favorevoli. In casa De Benedetti il conto dell'operazione deve tener conto dei 257 milioni che andranno a Cofide, la scatola che controlla Cir, e dei 133 che invece potrebbero finire nell'accomandita Carlo De Benedetti & Figli Sapa. È una bella somma sulla quale si sbizzarriscono ipotesi fantasiose. Secondo alcuni Carletto potrebbe utilizzare i denari per completare con l'acquisto de "La7" la filiera delle partecipazioni nel settore dei media dove è presente con il 55% del Gruppo Espresso.

PAOLINO BONAIUTIPAOLINO BONAIUTI

Ma qui i suoi conti non saranno più un esercizio solitario perché dovrà vedersela con un uomo che ieri mattina si è alzato alle 5,30 per fare una cavalcata sulle montagne.

A quell'ora infatti il figlio Rodolfo che dal gennaio 2009 ha preso in mano le redini della Cir, si è presentato in Val Badia per partecipare con altri 9.454 ciclisti alla Maratona delle Dolomiti, la gara ciclistica di gran fondo che ogni anno richiama dilettanti da tutto il mondo.

MARINA E PIERSILVIO mediumMARINA E PIERSILVIO medium

Come al solito il 50enne Rodolfo è arrivato ai nastri di partenza con la barba incolta e si è infilato nel gruppone insieme ad altri manager appassionati delle due ruote come Colao Meravigliao e Gianluca Rana, ma dopo 138 chilometri percorsi tra le montagne è arrivato al traguardo con il tempo di 7 ore e 45 minuti.

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All'arrivo era stremato e a nulla sono valsi gli applausi della bella moglie Emmanuelle e delle bellissime tre figlie Neige, Alix e Mita (quest'ultima porta il nome della prima consorte del padre Carlo). Oggi Rodolfo che è noto per il suo silenzio e la voglia di lavorare, avrà modo di raccogliere le idee e di pensare al "frodo" Mondadori. È probabile che dalla sua scrivania spazzi subito le ipotesi di investire i milioni in avventure editoriali e televisive.

ELEONORA BARBARA BERLUSCONIELEONORA BARBARA BERLUSCONI

A distanza di poco più di due anni dalla dura polemica che portò il padre Carlo a dimettersi dalla presidenza delle due Holding (Cir e Cofide) conservando la presidenza onoraria della prima e il potere di nomina dei direttori del Gruppo "Espresso", l'erede non ha cambiato idea ed è difficile immaginare che si lasci trascinare in avventure mediatiche dall'inevitabile sapore politico.

LUIGI BERLUSCONILUIGI BERLUSCONI

Per lui, che ben due volte nell'87 e nel '93 si è rifiutato di raccogliere il testimone paterno in Cir (dopo rapide esperienze in una banca svizzera e in Shearson Lehman Brothers), il cuore degli interessi è rappresentato soprattutto dalle attività di natura industriale. Così ha detto in una delle rare interviste pubblicata nell'ottobre 2009 al "Financial Times" quando ha definito il padre "più impulsivo e impaziente di me, ma molto intuitivo".

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Il terzo figlio dell'Ingegnere (gli altri due sono Marco ed Edoardo il cardiologo) crede fermamente alle attività focalizzate nell'energia, componenti auto e salute dove Cir detiene il 65,4% di Kos, la società che opera nei servizi sanitari. Al primo posto comunque c'è Sorgenia, la prima azienda privata nel mercato dell'elettricità e del gas, che è nata nel luglio '99 per una joint-venture tra il Gruppo Cir e l'austriaca Werbund. Questa azienda ha dei problemi, primo fra tutti quello di riuscire a ottenere dal governo e dal ministro ex-Opus Dei, Paolo Romani, le autorizzazioni per un grande progetto a Gioia Tauro sul quale, dopo la sentenza Mondadori, la strada sarà ancora più difficile.

Ma dopo aver fatto i conti con Berlusconi, papà Carletto dovrà fare i conti con il figlio Rodolfo che considera l'editoria un'arma utile ma non fino al punto di svenarsi per seguire le vendette politiche e i sogni televisivi del 77enne padre-padrone.

PAOLO ROMANIPAOLO ROMANI

2 -PERRICONE SENZA IL SUO PROCONSOLE IN TERRA SPAGNOLA
Oggi è una giornata importante per Rcs Mediagroup, l'altra corazzata che insieme a quella di De Benedetti e Mondadori detiene la leadership del mercato.

L'amministratore delegato Antonello Perricone sta aspettando una notizia dalla Spagna dove la casa editrice italiana controlla Unedisa, il Gruppo multimediale che tra le varie attività pubblica il quotidiano "El Mundo" e gestisce frequenze televisive per le trasmissioni in digitale terrestre.

Antonello PerriconeAntonello Perricone

Perricone e i top manager di Rcs si sono agitati quando giovedì e venerdì dell'altra settimana è arrivato a Milano Antonio Fernandez Galiano, il manager che nel 2005 gli italiani avevano nominato al vertice della loro holding spagnola. Questo Galiano ha 54 anni, è sposato e ha tre figli e dopo aver lavorato nella finanza e in una società di telecomunicazioni, è entrato in Unedisa nel 1990. Negli incontri con i vertici di Rcs ha chiesto di proseguire la sua attività a Madrid con deleghe di potere molto più ampie rispetto alle precedenti.

Galiano ha sempre preso le distanze dalle operazioni concepite nelle stanze di via Solferino, prima fra tutte l'incorporazione di Recoletos che ha provocato perdite fino a 52 milioni di euro nel 2009 e debiti per 1,3 miliardi. Il vero colpo di scena è stato però l'annuncio che potrebbe tagliare la corda dalla controllata spagnola di Rcs per salire al vertice di un'altra holding multimediale spagnola che si chiama "Vocento" e controlla "Abc", il terzo quotidiano di Madrid dopo "El Pais" e "El Mundo" (oltre ad essere leader assoluto nella stampa regionale).

GIOVANNI PERISSINOTTOGIOVANNI PERISSINOTTO

L'imbarazzo di Perricone è grande perché la perdita del suo proconsole in terra spagnola potrebbe appesantire i conti della controllata Unedisa che nel primo trimestre di quest'anno ha già segnato un buco di 10,4 milioni nel settore dei quotidiani.

Entro oggi arriverà la telefonata che annuncerà la decisione del manager spagnolo che per la terza volta si trova di fronte ad allettanti offerte di altri gruppi editoriali. Lasciando Milano nei giorni scorsi non ha confidato ad alcun collaboratore quali promesse di nuovi poteri gli siano state fatte da Perricone, ma nei bar di plaza Mayor pensano che se perderà l'occasione offertagli dagli avversari di "Vocento", difficilmente potrà trovare in futuro un'offerta di lavoro così appetitosa.

3 -TRA I SOCI IMPORTANTI DI GENERALI SI FANNO SEMPRE PIÙ FORTI LE PERPLESSITÀ SULL'OPERAZIONE CHE  PERISSIROTTO VORREBBE CHIUDERE PRIMA DELLA PAUSA ESTIVA CON LA BANCA RUSSA VTB
Tra i soci importanti di Generali si fanno sempre più forti le perplessità sull'operazione che Giovanni Perissinotto (per gli amici Perissirotto) vorrebbe chiudere prima della pausa estiva con la banca russa Vtb.

Il momento non è davvero dei più felici e per capirlo basta guardare il listino della Borsa dove il titolo del Leone di Trieste arranca intorno ai 13,5 euro. Sulla Compagnia pesano 3 miliardi impegnati in Grecia, 500 milioni in Portogallo, ma soprattutto i 40 miliardi investiti in titoli di Stato italiani.

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONEFRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE

Sabato il buon Perissirotto ha sentito il bisogno di rilasciare un'intervista dai toni blandi al "Sole 24 Ore" nella quale invoca una risposta europea agli attacchi delle locuste contro l'Italia. Francamente il suo auspicio di rendere più trasparenti gli scambi sui mercati finanziari ha un valore soltanto patriottico che non smuove le perplessità dei soci che siedono nel consiglio di Generali.

Se la situazione è questa (pare che dicano a voce bassa Caltagirone, Bollorè e perfino Pelliccioli) bisogna guadagnare tempo prima di chiudere l'operazione con il colosso russo Vtb, la seconda banca del Paese che si trova impegnata nel salvataggio della Banca di Mosca. E anche se le notizie provenienti da quella città non sembrano destare l'interesse di altri giornali, vale la pena di citare la giornalista corrispondente del "Sole 24 Ore" che sempre sabato (lo stesso giorno in cui Perissinotto miagolava per "una risposta europea") racconta che Vtb ha ottenuto un prestito di 3,1 miliardi di dollari per poter fronteggiare la difficile situazione della partecipata Bank of Moscow.

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Il colossale prestito è stato concesso da 30 banche di tutto il mondo e dovrebbe permettere il salvataggio della Banca di Mosca che se la passa male anche per una serie di scandali in cui sono rimasti coinvolti la moglie dell'ex-sindaco e i vecchi top manager autori di perdite colossali.

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Non è difficile immaginare che davanti ai consiglieri di Generali, già convocati per la prima settimana di agosto, il buon Perissirotto vada con i piedi di piombo prima di proporre una partnership che potrebbe pesare in modo micidiale sui conti della Compagnia.

4 - CODICE DEONTOLOGICO 24 ORE
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che tra i giornalisti del "Sole 24 Ore" si sta facendo strada l'idea di un codice deontologico nel quale si impedisca ai giornalisti che stanno per andare in pensione di svolgere, prima di un certo periodo, attività presso altre aziende.

Fernández-Galiano AntonioFernández-Galiano Antonio

Negli ultimi tempi sono uscite dal giornale firme importanti come quelle di Marco Liera e Michele Calcaterra che si sono immediatamente impegnati in attività di consulenza e di pubbliche relazioni. La proposta riguarda anche altre firme di anziani redattori che si ostinano a non andare in pensione prima di avere la certezza che la comunità finanziaria li accolga con una nuova casacca. Questo al fine di evitare equivoci e condizionamenti di qualsiasi genere".

 

 

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