Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “la Stampa”
Kristalina Georgieva, direttore generale del fondo monetario internazionale
David Malpass, presidente in uscita della Banca Mondiale, ha fissato la crescita globale per il 2023 al 2%, un dato inferiore a quello preannunciato dalla collega del Fondo monetario internazionale (Fmi), Kristalina Georgieva, che giovedì […] aveva detto che il Pil globale sarebbe cresciuto meno del 3%. Dati che piombano in uno Spring Meetings di Fmi e Bm dominato dai dubbi sulla tenuta del sistema bancario, dall'inflazione, dall'aumento del debito, da un'economia stagnante e dall'incubo di un aumento della povertà in diversi Paesi emergenti.
Janet Yellen, segretario al Tesoro Usa, solleverà il tema della riforma della Banca Mondiale […] A preoccupare esperti e ministri non sono solo i dati attuali […] ma la prospettiva di una crescita flebile e imprevedibile per un lustro e l'incapacità di trovare vie d'uscite senza generare squilibri e conseguenze pesanti sui Paesi in via di sviluppo.
Georgieva ha spiegato che fino al 2028 il Pil non crescerà più del 3% a livello globale e a fine marzo i dati della Banca Mondiale fissavano la crescita media a 2,2% nei prossimi sette anni, trasformando questo nel decennio più debole degli ultimi 40 anni. È una frenata che secondo gli osservatori è pericolosa in quanto giunge in un momento in cui le sfide a lungo termine – come la transizione green e in genere i dossier legati al clima – impongono sforzi importanti ed investimenti.
Da gennaio, ha detto Malpass, c'è stato un piccolo adeguamento: allora la crescita era dello 1,7%, ora del 2%. Le ragioni sono nell'aumento del prezzo del petrolio, ieri il barile "texano" ha toccato gli 80 dollari, che sta aiutando le casse russe; e la fine delle restrizioni per il Covid in Cina dove ora le prospettive sono migliori. E proprio Pechino (+5% nel 2023) e New Delhi (+6,3%) sono le locomotive di una crescita altrove zavorrata.
Che in Occidente soffre di ulteriori due problemi: il primo è la normalizzazione dei tassi di interesse. […] la difficoltà di digerire un sistema finanziario che dopo anni di costo del denaro quasi nullo, in pochi mesi si è trovato a fare i conti con debiti il cui valore è aumentato; il secondo è invece l'invecchiamento della popolazione. […] L'invecchiamento della popolazione infatti porta conseguenze e ripercussioni su tutte le voci del bilancio e dell'economia «gettando sin da ora sulle spalle dei giovani livelli di debito insostenibili».
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