Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
Tutti e due esuli volontari da Paesi problematici - Elon Musk, ormai americano, si è lasciato alle spalle un'infanzia infelice in Sudafrica, Eugen Rochko in fuga a 11 anni dalla Russia di Putin è, ora, cittadino tedesco - il fondatore di Tesla e quello di Mastodon, il sito di microblogging che sta beneficiando della crisi di Twitter ora nelle mani del miliardario dell'auto e dello spazio, sono due geni tecnologici febbrili.
Di Musk (51 anni) sappiamo già tutto. Rochko è un 29enne cresciuto in una famiglia ebrea russa che si racconta come un liceale impaziente «incapace di tracciare una linea retta, mi venivano tutte irregolari», a suo agio solo nella scrittura di codici informatici perché «la programmazione ti ricompensa subito: vedi i risultati sullo schermo».
I paralleli tra i due finiscono qui, e non solo perché l'uomo più ricco del mondo guida un impero che spazia dall'auto allo spazio, mentre Rochko ha creato una piccola piattaforma non profit che l'anno scorso ha avuto appena 55 mila euro di entrate e spese per 23 mila.
Eugen, che dopo la laurea all'università di Jena nella ex Germania Orientale ha lavorato per vari siti e nel 2016 ha creato con Mastodon la sua piattaforma aperta, è l'antitesi di Musk: mentre Elon è paladino della libertà assoluta d'espressione in rete (dopo Trump ha riammesso anche l'ultrà di destra Marjorie Taylor Greene), ma anche un imprenditore interessato a massimizzare i profitti e deciso a mantenere un controllo gerarchico sulle sue società, Eugen è un apostolo dell'open source, creatore di una piattaforma partecipativa decentrata, priva di algoritmi che spingono verso la creazione di «camere dell'eco».
E non si impadronisce dei dati degli utenti per alimentare il microtargeting degli inserzionisti pubblicitari: Mastodon non vive di pubblicità ma di crowdfunding. Cioè donazioni degli utenti che affluiscono ai volontari che gestiscono le migliaia di server sui quali si basa la struttura federativa del sito di Rochko. Lui dice di aver creato una rete «più democratica, nella quale non c'è mai una sola persona che prende decisioni dal vertice».
Eugen, un ex utente di Twitter, ha creato una struttura a mosaico: un collettivo di comunità potenzialmente interconnesse. Il sistema è diviso in stanze (o istanze) centrate su argomenti diversi. Ci si iscrive a quelle di proprio interesse e si scambiano toot (simili ai tweet) con gli altri membri della comunità, ma si può anche entrare in altre stanze attraverso il cosiddetto Fediverse. Ma devi accettare le regole che ogni comunità si dà e puoi rischiare di non riuscire a «esportare» i tuoi messaggi se le altre comunità, per qualche motivo, chiudono le porte alla tua.
Fino a qualche settimana fa Mastodon aveva poche centinaia di migliaia di utenti. La crisi di Twitter l'ha fatta esplodere coi dati che cambiano ogni giorno: ora dovremmo essere a 7 milioni di account e 2 milioni di utenti attivi. Ancora pochissimo rispetto ai 275 milioni di Twitter o i miliardi di Facebook, ma già così Rochko (che giudica Musk «erratico e incompetente») dice che «lavoro 14 ore al giorno, non dormo più e mangio male» per adeguare piattaforma e server mentre le donazioni sono anch' esse esplose.
ARTICOLI CORRELATI
eugen rochko 1 mastodon 3 mastodon 5 mastodon 4 eugen rochko elon musk mastodon 6 twitter mastodon 2 eugen rochko 6 eugen rochko 5