Estratto dell’articolo di Sara Gandolfi per il “Corriere della Sera”
sultan Al Jaber - sultano degli emirati arabi uniti
Non c’è pace per il sultano-presidente di Cop28, già ribattezzato nei corridoi dell’Expo di Dubai «mister oilman», il signor Petrolio. Il Centre for Climate Reporting ha diffuso l’audio di un evento online del 21 novembre, in cui l’emiratino Al Jaber sostiene — evidentemente senza aver mai letto i rapporti dell’Ipcc, il forum scientifico dell’Onu sul clima — che «non esiste alcuna scienza, né alcuno scenario, che affermi che l’eliminazione graduale dei combustibili fossili sia ciò che ci porterà (a limitare il riscaldamento globale) a 1,5°».
Come se non bastasse, un Al Jaber sempre più irritato ha sfidato con tono aggressivo Mary Robinson, ex inviata speciale delle Nazioni Unite per il clima: «Mi mostri lei la “roadmap” per un’eliminazione graduale dei combustibili fossili che consenta uno sviluppo socioeconomico sostenibile, a meno che lei non voglia riportare il mondo nelle caverne».
Parole comprensibili in bocca all’amministratore delegato della compagnia petrolifera statale degli Emirati Arabi, Adnoc, ma poco accettabili se lo stesso sultano ha il compito di guidare, in una Dubai avvolta dallo smog, gli sforzi diplomatici per tagliare le emissioni climalteranti a livello globale.
«Affermazioni gravissime e assolutamente preoccupanti, sull’orlo del negazionismo climatico», ha commentato aspro il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, con cui ormai è scontro aperto. Poche ore dopo è arrivato il j’accuse alla petro-monarchia dell’ex vicepresidente americano Al Gore, che nella sala plenaria della Cop ha rivelato, con l’aiuto di una mappa satellitare, che le emissioni di gas serra degli Emirati Arabi Uniti sono aumentate nel 2022 del 7,5% rispetto all’anno precedente.
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«Hanno abusato della fiducia di tutti nominando presidente della Conferenza sul clima il Ceo di una delle più grandi e meno responsabili compagnie petrolifere del mondo», ha detto ai giornalisti l’ex premio Nobel per la pace. Poi, ha esortato i delegati a non accettare che nel testo finale di Cop28 si faccia riferimento alla cattura del carbonio, come vorrebbero i Paesi produttori: «È una tecnologia ancora in fase di ricerca».
Già sulla difensiva per le indiscrezioni della Bbc sul suo tentativo di stringere accordi commerciali, durante la Conferenza, per le aziende che amministra, Al Jaber in questi primi giorni ha dato prova di grande attivismo e gli Emirati hanno aperto i cordoni della borsa, promettendo generosi contributi alla finanza climatica. La credibilità della presidenza è però ormai compromessa e si fanno pressanti le richieste di dimissioni. […]
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