Estratto dell’articolo di Laura Serafini per “il Sole 24 Ore”
Il governo ha cambiato rotta sulle novità da introdurre attraverso il ddl Capitali e in particolare sulla lista presentata dal cda e sul potenziamento del voto plurimo. Ieri è stato depositato un nuovo emendamento dell’esecutivo in commissione Finanze del Senato che […] nella sostanza stralcia e rinvia a un disegno legislativo tutte le materie del ddl Capitali oggi disciplinate dal Tuf, tra cui anche la governance societaria, e dal Codice Civile, nella parte riguardante il mercato dei capitali.
L’emendamento dovrebbe essere ufficializzato martedì in commissione Finanze, dove gli altri emendamenti sono stati illustrati ma non ancora votati. La novità depositata dall’Esecutivo, è già bollinata, prevede una delega per la quale, entro 12 mesi dall’approvazione del nuovo articolo 16-bis del decreto Capitali, il governo debba adottare uno o più disegni legislativi, al fine di fare una riforma organica del Testo unico per la finanza e delle disposizioni in materia di società di capitali contenute nel codice civile.
Nell’emendamento sono indicate materie e criteri: tra le varie cose, si punta ad «aumentare la competitività del mercato, a semplificare la disciplina degli emettenti, incluso il sistema sanzionatorio, le modalità di elezione degli organi sociali, con riferimento alle parti correlate, con la possibilità di prevedere sistemi di moltiplicazione del diritto di voto, riducendo obblighi e oneri». E ancora: «rivedere le regole del governo societario tenendo conto anche dei codici di autodisciplina». […]
Il riferimento all’elezione degli organi sociali e ai codici di autodisciplina richiama la vicenda della lista proposta dal cda uscente, oggi lasciata alla prassi di mercato. I sistemi di moltiplicazione del voto ricomprendono il voto plurimo, per il quale nel ddl Capitali si prevede un potenziamento da 3 a 10 voti.
giancarlo giorgetti al forum ambrosetti di cernobbio
Il testo prevede che il dlgs sia sottoposto entro 40 giorni ai pareri non vincolanti delle commissioni parlamentari. Inoltre, si consente una sorta di sperimentazione da parte del mercato con la possibilità di correggere alcuni aspetti con decreti correttivi e integrativi da emanare entro 18 mesi dall’entrata in vigore del decreto legislativo.
Il percorso immaginato dal governo sembra tenere conto delle richieste arrivate dagli operatori di mercato. Nei giorni scorsi aveva scritto al ministro dell’Economia Assonime. Ieri è stata la volta di Assogestioni, che in una missiva segnalava la criticità di una serie di emendamenti presentati al ddl Capitali tra i quali «l’introduzione di disposizioni sull’Opa obbligatoria» e «la modifica di alcuni aspetti di composizione degli organi di governo societario».
E auspicava che iniziative del governo su temi di questo tipo potessero «continua a giovarsi di un confronto tecnico in un contesto istituzionale». Ora resta da capire come sarà utilizzato il nuovo emendamento. La commissione sarà chiamata a votare le varie proposte: gli emendamenti che introducono le regole sulla lista del cda possono essere bocciati o ritirati dai relatori mentre potrebbe essere approvato il nuovo articolo con la delega. A quel punto dal ddl Capitali potrebbero essere stralciati tutti gli aspetti che riguardano il Tuf, per riservarli al decreto legislativo. Il quale consentirà la possibilità al governo di consultare il mercato, magari con tavoli tecnici, e arrivare a un percorso di riforma organica condiviso. […]
giovanbattista fazzolari giorgia meloni giorgia meloni e giovanbattista fazzolari