Mariella Bussolati per https://it.businessinsider.com/
Lo champagne sta perdendo la sua effervescenza. A causa del covid infatti il mercato del vino più famoso del mondo ha subito un grave colpo. Mesi di lockdown, il divieto di eventi sociali, il blocco dei matrimoni, ma anche dei funerali e di tutti gli incontri di famiglia, nessuna conferenza e neppure le cene tra amici, hanno provocato una crisi senza precedenti. I produttori stimano perdite intorno agli 11,7 milioni di euro, peggiori di quelle della Grande Depressione. E ci si aspetta che oltre 100 milioni di bottiglie restino ad aspettare sugli scaffali. Nel 2019 ne sono state vendute quasi 297,5 milioni.
Lo champagne è un vino da celebrazioni. E in questo periodo sono state tutte sospese. Lo spumante francese più famoso è indissolubilmente legato al concetto di eleganza e di festa, due componenti che il virus ha decisamente mandato all’aria.
In origine era un vino fermo, senza nulla di particolare, ma la leggenda narra che da quando il monaco benedettino Pierre Pérignon, un nome che è rimasto tra le marche più note, rimise a posto le vigne dell’abazia d’Hautvillers, diventò effervescente, dolce e leggero, grazie anche all’aggiunta di fiori di pesco. All’inizio l’aristocrazia francese non apprezzò le bollicine, perché le ritenevano il segno di una cattiva vinificazione, ma all’improvviso la moda cambiò e il successo apparve all’orizzonte.
Con queste doti lo Champagne è riuscito a sopravvivere a ogni crisi, comprese le guerre. Ora invece si assiste a una caduta delle vendite in verticale.
Come accade per le compagnie che vendono petrolio, i consorzi produttori regolano ogni anno con precisione i raccolti, in modo da evitare eccessi di produzione che abbatterebbero i prezzi. A parte alcune particolari varietà infatti, non viene considerata la possibilità di immagazzinarlo in riserve. E a parte quelli millesimati, normalmente dura due o tre anni. Il rischio quest’anno è che all’appuntamento che si terrà dopo la metà di agosto per calcolare la produzione in base alle vendite, verrà imposto un forte limite.
I grappoli però stanno già crescendo e dunque verranno distrutti, anche perché gli esperti ritengono che non si possa uscire da questa crisi prima di un anno.
Aspettare che lo spumeggiante stile di vita di un tempo riprenda però potrebbe essere pericoloso. Come per altri aspetti, il covid-19 non è solo un periodo, ma il suo effetto potrebbe cambiare radicalmente molti comportamenti. Secondo i vinificatori dunque per fare in modo che il mercato possa riprendersi sarà forse necessario rivedere anche l’immagine dello Champagne.
Forse dovrà perdere quella sua aria di bevanda da festività e assumere un tono più normale, più adatto alla vita di tutti i giorni. Certo potrebbe essere un pesante colpo al concetto di lusso, dunque forse anche al prezzo a cui viene venduto. Ma visto che le vendite avevano già subito una leggera contrazione, l’1.5 per cento nel 2019, potrebbe essere utile. Già molti produttori stanno lanciando vini biologici, vinificati naturalmente, sottolineando le regioni storiche di produzione e avvolgendo le bottiglie di tutta la cultura che possono vantare. E anche se i festini dovessero tardare a tornare, puntando ai consumatori e alla grandezza del vino, non tutto andrà perduto.
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