Arcangelo Rociola per “la Stampa”
Duecentotrentanove giorni. Sono passati quasi otto mesi da quando al Nasdaq c'è stata l'ultima quotazione di una società tecnologica con una capitalizzazione superiore a 50 milioni di dollari. Un dato che da un lato certifica la fine del boom del settore e dall'altro apre a una sua possibile crisi.
Secondo un report di Morgan Stanley, l'attuale frenata delle quotazioni sul listino tecnologico è peggiore e più duratura anche se messa a paragone con quella registrata negli anni della crisi dei mutui subprime. Peggiore anche rispetto a quella che seguiva lo scoppio della bolla dotcom di inizio millennio.
il faccione di brian chesky al nasdaq marketsite
Che il 2022 sarebbe stato un anno difficile per i tecnologici lo si era capito già nel primo trimestre. L'inflazione e le incertezze internazionali hanno avviato una drastica inversione di rotta tra gli investitori che, passata l'euforia, hanno dato vita a pesanti vendite. Il Nasdaq da inizio anno ha perso il 29%. Dieci punti in più rispetto all'S&P 500, il principale indice azionario statunitense.
Il dubbio è che le aziende tecnologiche abbiano raccolto negli anni del boom risorse tali da non necessitare ulteriori capitali. Ma è solo un'ipotesi, perché intanto la lista di società che fanno dietrofront si allunga. A inizio anno la piattaforma Wetranfer ha deciso cancellare il suo debutto al Nasdaq. Stessa cosa per gli uffici di WeWork e per il produttore di software Justwork, solo per citare società in odore di capitalizzare oltre 50 milioni.
il ceo del nasdaq adena friedman
D'altro canto, le incerte fortune delle società che si sono quotate nell'ultimo anno sembrano giustificare i timori dei manager. Coinbase, la più grande piattaforma di scambio di criptovalute al mondo, ha perso l'80% del valore in 16 mesi di quotazione: ad aprile 2021 si era quotata con un prezzo per azione di 360 dollari, oggi viaggia sui 79. Solo per restare nel settore finanziario, l'app di trading Robin Hood ha perso il 71% dall'Ipo di luglio 2021, passando da 47 a 6 dollari.
coinbase quotata a wall street
Aziende su cui si è abbattuto anche il crollo delle criptovalute, che in un anno hanno bruciato 2 mila miliardi di capitalizzazione. Solo Bitcoin è sceso da 60 a 19 mila dollari. Vittima sì della propria volatilità, ma in sintonia con quanto succedeva al Nasdaq. Se è inverno per le cripto, è inverno anche per le big tech.