Da “l’Espresso”
Un normale lavoratore messo in mobilità può arrivare a percepire al massimo 1.100 euro al mese per due anni. Potrebbe andare molto meglio ai dipendenti dell'Alitalia che perderanno il posto in seguito all'accordo con Etihad. Per loro, secondo quanto ricostruisce “l'Espresso” in edicola venerdì, l'assegno di mobilità durerà cinque anni, con un importo pari all'80 per cento dello stipendio degli ultimi 12 mesi.
volo etihad atterra a fiumicino
Insomma, un pilota con una certa anzianità potrebbe arrivare ad incassare, senza lavorare, fino a 6 mila euro al mese per un intero lustro. È quanto concordato l'8 agosto da sindacati, compagnie aeree e gestori aeroportuali. Un'intesa per ora priva di valore legale, visto che manca la firma del governo.
Ma il fatto che l'incontro sia avvenuto nella sede del ministero del Lavoro indica che la benedizione dell'esecutivo c'è. Chi salderà il conto finale? Tecnicamente, il Fondo speciale per il trasporto aereo. In pratica, a pagare saranno tutti i viaggiatori, dato che il Fondo è alimentato quasi interamente dalla tassa di 3 euro versata da ogni passeggero in partenza da un aeroporto nazionale.
E c'è pure la possibilità che la tassa aumenti in futuro. Secondo quanto promesso dal governo, dei 2.171 dipendenti dell'Alitalia dichiarati in esubero dopo l'accordo con Etihad, saranno circa 980 a finire in mobilità, mentre per gli altri si prospetta un ricollocamento in altre aziende o l'inizio di un contratto di solidarietà.
Se le cose andranno così, i 3 euro dovrebbero essere sufficienti per saldare il conto, altrimenti bisognerà aumentare le entrate del Fondo. Un'eventualità che sindacati e società del settore hanno già messo in preventivo. Nell'accordo, che “l'Espresso” ha potuto leggere, le parti si sono infatti impegnate ad ottenere dal governo l'incremento della tassa entro il 31 ottobre del 2015.