1 - CRESCE LA PAURA DI RECESSIONE L'EURO AI MINIMI DA 20 ANNI
Estratto dell’articolo di Vittoria Puledda per “la Repubblica”
Ai minimi da venti anni. Schiacciato dal dollaro, l'euro è sceso sotto la parità con il biglietto verde (dopo il primo assaggio della disfatta, il 14 luglio, quando la moneta unica era scivolata a 0,9991 dollari).
Ieri il movimento al ribasso è stato più deciso, fino a 0,9933 (per poi risalire negli Usa fino a 0,9946). Ai minimi dal 2002, quando a fine marzo segnò 0,8717 dollari. Non è l'unico dato negativo: anche le Borse sono state in affanno - Francoforte, la peggiore in Europa, ha lasciato sul terreno il 2,33%, Piazza Affari ha limitato i danni all'1,64% - mentre Wall Street si uniforma al clima pesante: il Dow Jones ha ceduto l'1,9%, il Nasdaq il 2,55%.
Del resto, le ragioni di nervosismo sui mercati, per l'euro e per le Borse, è lo stesso: i timori di recessione - esasperati dalla folle rincorsa del prezzo del gas - accompagnati dall'inflazione che non accenna a raffreddarsi almeno in Europa.
La Bundesbank ormai ritiene sempre più probabile una recessione in Germania e un costo della vita oltre il 10% in autunno, mentre secondo Pimco in Gran Bretagna toccherà il 18,6% in gennaio. Timori presenti su entrambe le sponde dell'Atlantico, ma che agiscono con un peso minore negli Usa. Questo spiega perché l'euro sta pagando - e non da oggi - un prezzo più alto mentre il dollaro dispiega le ali (anche verso altre valute).
Il ragionamento del mercato è semplice: la rincorsa del gas colpisce più duramente l'Europa rispetto all'America (ieri per esempio il prezzo è salito di quasi il 14% nel Vecchio Continente e di circa il 4% negli Usa) così come le conseguenze della guerra in Ucraina sono più pesanti da questa parte dell'Atlantico e in particolare stanno mettendo a dura prova la resistenza della Germania, un tempo locomotiva dell'eurozona. […]
2 - LA FED CARICA IL DOLLARO L'EURO SOTTO LA PARITÀ COMPLICA I PIANI DELLA BCE
Estratto dell’articolo di Sandra Riccio per “La Stampa”
[…] A incidere sull'euro è anche il costante rafforzamento del dollaro che è spinto anche dalle attese per nuovi rialzi aggressivi dei tassi da parte della Fed. In particolare, questa settimana l'attenzione degli operatori sarà tutta rivolta al tradizionale simposio di Jackson Hole, da giovedì.
Qui sono previste nuove indicazioni dal capo della Fed, Jerome Powell, mentre si rafforzano le ipotesi di un rialzo di 75 punti base alla riunione del 21 settembre.
La prospettiva ha spinto ieri i tassi decennali del Treasury, il titolo di Stato Usa, sopra il 3% per la prima volta da oltre un mese. Vuol dire che gli investitori stanno comprando il debito Usa e in questo modo stanno dando più forza al dollaro.
CHRISTINE LAGARDE JEROME POWELL
Non solo. Il biglietto verde è adesso «il candidato preferito come bene rifugio in un contesto congiunturale debole a livello globale, con rischi aggiuntivi provenienti dalla Cina, e a fronte di rischi geopolitici che non sembrano poter rientrare a breve: tutti elementi che depongono a favore di un ulteriore indebolimento dell'euro» dice anche Flora Dishnica, Product Specialist di Pictet Am.
Le preoccupazioni per la moneta unica sono grandi. Un euro basso peserà sul rialzo dei prezzi al consumo attraverso l'inflazione importata, che riflette soprattutto gli acquisti di energia. Farà quindi salire ancora di più il costo della vita e complicherà ulteriormente il compito della Bce. La notizia buona? L'euro debole favorirà l'export. Una magra consolazione: «L'effetto positivo sulle esportazioni, in uno scenario di indebolimento della crescita globale, non ci sembra sufficiente a compensare gli effetti negativi» dice Flora Dishnica. Ancora in controtendenza la Cina, che ieri ha tagliato i tassi d'interesse per la seconda volta in una settimana.
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