Francesco Ferrari per “la Stampa”
Il via libera della Bce, penultimo tassello del complicatissimo mosaico che dovrebbe portare al salvataggio di Carige, da ieri è sulla scrivania dei commissari della banca ligure. Con qualche ora di ritardo rispetto alle iniziali attese, il supervisory board di Francoforte ha detto sì a un' operazione che vale nel complesso 900 milioni di euro: 700 in aumento di capitale e 200 in emissione di un prestito subordinato.
Alla ricapitalizzazione, secondo lo schema che ha ottenuto il placet della Bce, parteciperanno per 313,2 milioni lo Schema volontario del Fondo interbancario (Svi), per 63 milioni Cassa Centrale Banca e per 238,8 milioni il Fitd, che garantirà la tranche da 85 milioni riservata agli attuali azionisti. Il bond finirà invece "in pancia" a diversi soggetti: 100 milioni li sottoscriverà la stessa Ccb; 50 milioni, secondo indiscrezioni, andranno ad Amissima, società del fondo americano Apollo che si è già aggiudicata il comparto assicurativo della Cassa ligure; 13 milioni finiranno al Medio credito centrale e 20 milioni al Credito Sportivo.
Del piano di risanamento fanno parte anche la cessione pressoché integrale dei crediti deteriorati (3,1 miliardi) alla Sga e una manovra di rilancio commerciale che dovrebbe consentire a Carige il ritorno alla profittabilità e sostenibilità di lungo periodo. Uno degli accordi raggiunti tra le parti prevedepoi che Svi e Fitd concedano a Ccb l' opzione di acquisto (con uno sconto di poco inferiore al 50%) sulla totalità delle azioni ordinarie della banca che saranno detenute dallo Schema e dal Fondo; l' opzione sarà esercitabile dall' istituto trentino nel periodo compreso tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021.
L'ASSEMBLEA DEI SOCI
Nei prossimi giorni la struttura commissariale convocherà l' assemblea dei soci (la data individuata è il 20 settembre) che sarà chiamata ad approvare o respingere il piano. Sarà quello, per Carige, il momento decisivo. La famiglia Malacalza, primo azionista di Carige con il 27,55% del capitale, non ha ancora sciolto le riserve sul piano sottoscritto dai commissari Piero Modiano, Fabio Innocenzi e Raffaele Lener, e fra gli addetti ai lavori si sta radicando l' idea che le perplessità del socio siano nettamente superiori ai consensi.
Fra gestione degli esuberi, eventuale cessione dell' information technology a Ccb (e contestuale penale da riconoscere a Ibm) e vendita di importanti crediti deteriorati a Sga, i motivi di insoddisfazione sembrano essere davvero molti.
Non è automatico, tuttavia, pensare a una plateale bocciatura del piano, come accaduto lo scorso dicembre in occasione del "no" dei Malacalza all' aumento di capitale. Fra le ipotesi che circolano in ambienti finanziari c' è anche quella della possibile rinuncia del primo azionista a partecipare all' assemblea: la decisione potrebbe così essere demandata ai partecipanti in seconda convocazione, valida con la presenza di un quinto dei soci. Ma al momento si tratta, appunto, di rumors che non trovano conferma ufficiale. Nessuna anticipazione, in linea con l' atteggiamento adottato dal giorno del suo ingresso nel capitale di Carige, neppure da parte del secondo socio di Carige, l' imprenditore Gabriele Volpi.
IL NODO DEI "PICCOLI"
La convocazione dell' assemblea è attesa con particolare interesse dalla foltissima platea di piccoli azionisti. Come noto, il Fitd si è impegnato a distribuire azioni gratuite per un valore complessivo di 10 milioni di euro in caso di via libera al piano di salvataggio.
«Adesso che la Bce ha approvato il piano, aspettiamo di conoscere i criteri con i quali i soci minori saranno parzialmente ristorati - commenta Silvio De Fecondo, presidente dell' associazione Azione Carige - Con la convocazione dell' assemblea questi criteri saranno resi pubblici: a quel punto ogni piccolo azionista sarà libero di fare le proprie valutazioni. Nel frattempo, non possiamo che accogliere con favore la pronuncia della Banca centrale».
Nell' ultima assemblea, l' associazione aveva raccolto deleghe per oltre 110 milioni di azioni. L' obiettivo, oggi, è decisamente più ambizioso. «In questi giorni stiamo ricevendo numerose richieste di adesione - dice De Fecondo - Un segnale chiaro dell' attenzione che i piccoli soci stanno riservando a questa delicata operazione».